La corsa è ufficialmente iniziata e oltre all’incognita dei risultati a pesare sulle amministrative di settembre sarà l’incognita del coronavirus. Il Governo Conte assicura che asi voterà, ma è evidente che un sostanzioso aumento dei contagi potrebbe portare ad un rinvio inevitabile. Nelle Regioni e nei comuni, però, la macchina delle elezioni è ufficialmente partita ieri e conferma quello che era l’orientamento già registrato nelle scorse settimane ossia una divisione netta delle coalizioni. Le maggioranze storiche, quelle fatte di simboli di partito e di condivisioni ideologiche, non ci sono più. Non ci sono più da tempo, soprattutto nei comuni.
Ma in questa tornata elettorale la corsa delle liste civiche, frutto delle divisioni e delle frammentazioni tra i partiti, sembra essere il segno distintivo. Il caso più emblematico è quello di Matera e nel Potentino, quello di Avigliano dove le cinque liste presentate sono frutto di mescolanze ed unioni tra Centrodestra e Centrosinistra. Un passaggio questo che, proprio nel caso della cittadina gianturchiana, potrebbe avere riflessi sul governo regionale di Centrodestra per il quale le amministrative rappresentano la prima prova concreta dopo l’exploit registrato lo scorso anno.
Se il Centrodestra dovesse conquistare Matera e comuni più grandi come Avigliano, Lagonegro e Sant’Arcangelo il risultato cementerebbe la maggioranza regionale, anche nell’ultimo periodo alle prese con non poche fibrillazioni, rafforzando il ruolo dei partiti più grandi e dei loro esponenti di vertice. Al contrario se il Centrodestra dovesse perdere in quei comuni, a cominciare da Matera dove appare scontato il ballottaggio, è evidente che il redde rationem inizierebbe portando anche ad una possibile verifica politica.
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