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Quando il turismo diventa motore dell’economia

 
Luigia Ierace

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Luigia Ierace

Francesco Somma

Francesco Somma: «Basilicata, Covid free, luogo attrattivo non solo da visitare ma anche in cui investire»

Domenica 14 Giugno 2020, 13:48

13:50

POTENZA - Turismo, arte e cultura: un brand per il Paese. È un corposo capitolo all’interno delle “Iniziative per il rilancio Italia 2020- 2022”, il cosiddetto Piano Colao. Turismo e Covid-2019, dall’Italia alla Basilicata. Ed è una fotografia drammatica quella delineata dal neo presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma.

Lei ha parlato di «una sorta di mesto Spoon River del turismo lucano», ma proviamo a guardare avanti e «pianificare quel miglioramento strutturale di qualità, sicurezza e competitività del turismo in Italia», di cui parla il piano Colao anche per la Basilicata?


«Il piano Colao è fatto molto bene e nelle strategie di rilancio del Paese attribuisce una funzione strategica a turismo, arte e cultura. Si parte da una serie di misure tampone. Anche il “Pacchetto Turismo Basilicata” della Regione ha recepito buona parte di quelle proposte che avevamo suggerito per dare ossigeno alle imprese del settore. Ma tutto questo non basta. Si deve continuare in questa direzione, ma anche pianificare. La Basilicata ha un forte vantaggio competitivo nell’essere Covid-free. È un territorio che può essere venduto come sicuro, per orografia, per responsabilità dei cittadini e perché i nostri comuni sono distanti tra di loro. Insomma è un brand che si può vendere come fattore competitivo di successo. Abbiamo dimostrato di avere una grande resilienza e dobbiamo ripartire».
In che modo?

«Alle nostre bellezze si aggiunge un tessuto di strutture ricettive migliorate anche grazie al volano di Matera 2019. Ma la valorizzazione dei nostri borghi, dei nostri paesini gioiello, delle nostre aree interne passa attraverso la promozione e un utilizzo più pervasivo delle nostre piattaforme di prenotazione».
Un settore in mano pochi player internazionali?
«È una nostra debolezza che vede le nostre strutture penalizzate. Invece dobbiamo investire sulle piattaforme. Un buon esempio è “Destinazione Basilicata”. Servono tecnologie immersive che consentano di presentare luoghi e prodotti. Un investimento in una piattaforma digitale del Sud in cui la Basilicata possa avere un ruolo da protagonista. Un prodotto Mezzogiorno, i cui benefici possano arrivare a tutto il Sud: sicuramente qualcosa resterà anche a noi ».


Nel Piano Colao si guarda al pubblico, ma anche a investitori privati, alla «capacità di attrarre capitali privati, magari anche da filantropi stranieri»?
«Matera 2019 ha dimostrato che c’è l’interesse di molti brand nazionali e internazionali verso una città millenaria in cui la storia ha vinto la geografia, indubbiamente non favorevole. Il nostro brand è stato promosso».

Un mix virtuoso tra industria e turismo, che ha dimostrato che il turismo può diventare motore dell’economia se si intreccia con gli interessi del mondo industriale?
«A Matera ne abbiamo avuto la riprova. L’industria ha promosso il proprio brand attraverso la città dei Sassi e viceversa. Insomma, c’è stata una promozione reciproca. Da qui a pensare di riuscire ad attrarre capitali privati attraverso sponsorizzazioni nazionali e internazionali, questo penso possa avvenire solo attraverso una sorta di “tax credit” o incentivi fiscali che possano essere un driver: insomma attraverso la legislazione nazionale o la fiscalità di vantaggio regionale. E con la sospensione dell’Europa degli aiuti di Stato aziende nazionali e internazionali che vogliano investire in sponsorizzazioni per promuovere un territorio, sarebbero sicuramente invogliate a farlo».
Matera 2019 ha sicuramente spianato una strada, ma è ancora tutta da percorrere?
«Mi sono confrontato con molte imprese locali; il richiamo di Matera 2019 ha creato le condizioni per le quali attrarre personale da fuori regione. Prima anche per la mia esperienza lavorativa far venire uno specialista a Ferrandina, se pur città d’arte, era molto difficile, con il titolo di Capitale europea ora è tutto più semplice».


Ma è inutile negarlo. Per portare il turismo, bisogna portare le imprese sul territorio e le nostre aree industriali hanno tanto spazio da offrire?
«La Basilicata deve diventare un luogo attrattivo dove si venire da turista e si deve investire da imprenditore. E per questo bisogna puntare su tre condizioni che caratterizzano la Basilicata: siamo una regione resiliente alle pandemie e alla criminalità organizzata e questo è sicuramente un fattore competitivo di successo; abbiamo aree attrezzate libere da industrie, rispetto alla Lombardia dove non se ne trovano. Certo andrebbero più attrezzate dal punto di vista telematico e di accesso viario; infine abbiamo il vantaggio competitivo della Zes jonica, uno strumento che deve intersecare il Piano sud del ministro Provenzano, per attrarre investitori, anche con una semplificazione vera e una fiscalità di vantaggio».
Impresa e turismo viaggiano insieme. Il Piano nazionale punta sulle reti di imprese del turismo, a che punto è la Basilicata?
«Dobbiamo pensare un piano strategico di sviluppo che guardi a quella che ho battezzato “Fabbrica mediterranea”, che tenga dentro modelli di sviluppo plurimi: turismo, arte, cultura, agroalimentare, ma senza un’industria moderna e sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale non possiamo farcela. Istituzioni, associazioni datoriali e sindacali devono contribuire alla redazione di un progetto strategico di sviluppo che guardi a Basilicata 2040».
Colao invita anche a creare nuovi prodotti turistici, “prodotti verticali”, legati a passioni o esigenze specifiche, cosa ne pensa?
«Penso proprio alla nautica. Mi pare fosse un’idea già dai tempi di Colombo, ma è un progetto che non si è mai realizzato. Un porto turistico attrezzato a sostegno del turismo di Maratea, ma che sia mirato a far attraccare i maxi, le grandi barche, superiori a 40 metri. Un attrattore di economia potentissimo che punti sulla grande nautica, sulla cantieristica navale ben strutturata con lo sviluppo di mestieri e saperi. Basti pensare che per il Covid-19, nonostante le misure tampone, anche strutture eccellenti rischiano di non aprire e anche sul Metapontino, già ben organizzato anche con turisti stranieri, si deve continuare sulla linea di un turismo dai grandi numeri. Ma tutte le città devono avere un loro protagonismo, dal mare alle aree interne. Perché se Matera è la porta del turismo, Potenza dall’aria salubre delle montagne e dei boschi è quella del turismo lento, cicloturismo e trekking, uniti all’enogastronimia tipica e di qualità».

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