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Basilicata, continua il viaggio nelle Rsa della regione: «Noi, chiusi al mondo esterno»

 
Cristiana Lopomo

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Cristiana Lopomo

Basilicata, «Noi, chiusi al mondo esterno»

foto Tony Vece

Villa Arzilla aspetta tamponi e Dpi. Lettera al Prefetto: «Siamo in difficoltà»

Venerdì 17 Aprile 2020, 10:56

«Solo quando riusciremo a fare i tamponi a tutto il personale e ai nostri ospiti potremo stare finalmente più tranquilli. Sembra che la Regione Basilicata abbia iniziato a effettuarli presso una prima struttura del capoluogo.

Non sappiamo ancora quando sarà il nostro turno». È quanto ci spiega al telefono il direttore di Villa Arzilla di Picerno, Carmine Caivano, per il quale: «La situazione è complessa, ma gestibile con l’applicazione delle corrette procedure ministeriali». Sono 17 gli ospiti, 9 gli operatori della casa di riposo per anziani, una Rass 1, all’ingresso di Picerno che ha comunicato: «Nella scorsa settimana alla Regione la quantità dei tamponi necessari e ricevuto conferma – evidenzia il direttore Caivano – della possibilità di poterli eseguire a breve, secondo quanto indicato dal Ministero e dall’unita di crisi della Regione che hanno così rivolto un’attenzione particolare alle diverse categorie di strutture residenziali e case di riposo per anziani, i più esposti al rischio di contagio». Chiusa al mondo esterno, anche Villa Arzilla è alle prese con l’emergenza Covid-19.

Quanto all’approvvigionamento di dpi: «Anche su questo la situazione non è rosea, anche se pare che aziende italiane, con il passare del tempo, si stanno rifornendo. Per ora, non con pochi sforzi, siamo riusciti ad approvvigionarci dei dpi necessari a costi di lievitati in maniera sproporzionata e – fa notare Caivano – abbiamo vissuto, anche noi, una condizione di solitudine all’inizio di questa brutta e inedita vicenda. Ora attendiamo che la Regione ci aiuti nel reperimento dei dispositivi necessari, consapevoli che l’emergenza durerà ancora. Finora abbiamo acquistato fuori regione camici monouso, calzascarpe, copricapo, mascherine e occhiali per gli operatori. Ci siamo attivati, sin da subito, anche con la sospensione delle visite dei familiari, la misurazione della temperatura e della saturazione agli operatori prima dell’accesso in struttura, l’igienizzazione approfondita degli ambienti, il blocco dei collaboratori esterni, il divieto di accesso per i fornitori.

E con videochiamate con i familiari degli ospiti per far sentire la loro presenza almeno virtuale. Ho scritto anche al Prefetto per far presente – riferisce il direttore – le nostre difficoltà e sono certo che le istituzioni ci ascolteranno anche grazie all’interlocuzione del presidente dell’associazione di categoria Arssab che si è molto speso per sollecitare l’Assessore regionale, Leone». Nell’esprimere il suo plauso all’impegno e al senso di responsabilità sin qui dimostrato dai suoi operatori, «aggiornati sulla gestione dell’emergenza Covid con il corso di formazione sulla piattaforma dell’Istituto Superiore di Sanità», Caivano evidenzia la sua gratitudine: «Per aver rinunciato ad attivare le misure governative previste in questa emergenza, come il congedo parentale, che comporterebbero il venir meno di qualche unità da sostituire solo grazie alla disponibilità di altri operatori. Una difficoltà ulteriore che renderebbe opportuno intervenire anche per autorizzare turni interni, per non far mancare il personale necessario a garantire le normali attività, tenendo presente che – conclude Caivano – ora sarebbe comunque molto più complicato reperire altro personale disponibile».

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