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Basilicata, poche case di riposo: mancano i posti letto per gli anziani

 
Massimo Brancati

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Massimo Brancati

Basilicata, poche case di riposo: mancano i posti letto per gli anziani

Il rapporto è di 2,2 per mille abitanti, la media italiana è di 5,2

Sabato 12 Ottobre 2019, 12:33

Nonostante la popolazione invecchi sempre di più, la Basilicata non ha adeguato i servizi destinati alla terza e quarta età. L’effetto, evidentemente, di una sottovalutazione del fenomeno. Basta soffermarsi su un dato: considerando la tipologia di residenza socio-sanitaria, il numero di posti letto per mille abitanti anziani è di appena 2,2, a fronte di una media nazionale di 5,2. Il dato lucano sarebbe risultato ancora più basso se non ci fosse stato l’Agri Melandro con con i suoi 6 posti letto per mille abitanti. A condizionare negativamente le statistiche ci pensano le due città capoluogo: a Potenza i posti letto sono appena 1,5 ogni mille abitanti, mentre a Matera 1,7. Gli ultimi dati disponibili chiariscono come la maggioranza dei posti letto si trovino nelle residenze rivolte alle anziani (circa 1.130 posti letto per target di utenza rispetto ai soli 230 posti letto invece per i minori). Nel complesso di queste strutture operano un personale di circa 800 persone tra medici, infermieri, fisioterapisti, operatori socio-sanitari, sociologi, psicologi, pedagogisti, assistenti sociali, impiegati.

Tra case di riposo e residenze per anziani a carattere religioso, oggi in Basilicata sono circa 3.000 gli assistiti, di cui il 57% femmine e il 43% maschi. Il dato, per la verità, è un po’ datato, risale a tre anni fa ma è l’unica statistica disponibile al momento sul sistema dell’assistenza agli anziani in regione dove, in particolare, va evidenziato il ruolo marginale del pubblico, dal momento che il 94% delle case di riposo e comunità alloggio presente nel territorio lucano è di proprietà privata.
Capitolo costi. Una «mazzata» per le famiglie lucane, anche se una ricerca nazionale condotta dall’Auser (Associazione di volontariato e promozione sociale rivolta con priorità al mondo degli anziani) ha accertato come nel Sud Italia i prezzi delle rette mensili siano, a parità di servizi, mediamente più bassi rispetto ai prezzi del Nord: da una media di 1.700/1.800 euro di alcune città del Nord come ad esempio Treviso o Varese, o di grandi città come Milano o Roma (la tariffa massima può superare qui abbondantemente i 2.400 euro) si passa a una media di 1.300 euro al Sud con tariffe minime che possono scendere nel Potentino anche sotto i 1.000 euro pur in presenza di anziano non autosufficiente.

La media della retta in Basilicata, in aumento rispetto a cinque anni fa (si partiva dai 950 euro) supera oggi i 1.200 euro con punte massime anche di 1.400/1.500 euro a seconda dei tipi di servizi offerti a causa della completa non autosufficienza dell’anziano.
Lo scenario impone una seria riflessione sul tema. Ne ha discusso di recente la quarta commissione consiliare della Regione. Ci auguriamo che dalle parole si passi ai fatti in tempi rapidi. Perché, come abbiamo avuto più modo di evidenziare su queste stesse colonne, siamo di fronte a una «bomba sociale» pronta ad esplodere.

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