Sacerdote lucano «spretato» da Papa Francesco: molestie sessuali ai militari
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Petrolio
Antonella Inciso
05 Giugno 2019
Gli effetti pratici saranno sicuramente due: lo stop definitivo alle opere che dovevano essere già concluse e non sono state realizzate ed un rallentamento nelle procedure. Soprattutto quelle legate agli espropri dei terreni. È in un documento di poche righe la nuova tegola che si abbatte sul Centro olio di Tempa Rossa. Un documento in cui viene messo nero su bianco come il Comitato interministeriale per la programmazione economica «non approvi la richiesta di proroga della dichiarazione di pubblica utilità presentata da Total E&P Italia S.p.A. relativamente alle opere per lo sviluppo del giacimento di idrocarburi in Basilicata nei comuni di Corleto Perticara, Guardia Perticara e Gorgoglione». Le opere non ancora eseguite ed inserite dalla compagnia petrolifera nel progetto della concessione «Gorgoglione», dunque, non potranno essere realizzate e questo perché - senza dichiarazione di pubblica utilità - non vengono considerate utili per la collettività. Il che complica non solo l’avvio dei lavori per alcune opere che non sono state ancora fatte ma rende più lunghi e costosi gli eventuali futuri espropri considerato che i terreni non potranno essere subordinati alla realizzazione dell’opera. Un passaggio quest’ultimo che potrebbe avere una ripercussione più o meno diretta anche su una eventuale richiesta di ampliamento del Centro olio che dovesse essere presentata in futuro.
La decisione del Cipe è stata presa alcuni giorni fa ma ad ufficializzarla è stata la parlamentare grillina Mirella Liuzzi che parla di «un altro tassello messo a segno». «Il provvedimento è in linea con la decisione già presa a dicembre scorso dal Governo di non ritenere il petrolio di interesse strategico nazionale - spiega Liuzzi - e va in contrasto con quanto deciso dal contestato "Sblocca Italia" di Renzi della passata legislatura, che ha invece considerato di pubblica utilità, urgenti e indifferibili, tutti gli interventi per ricerca di petrolio e metano e per la rigassificazione e lo stoccaggio e il trasporto del gas. La condizione di opera di pubblica utilità persa dal progetto Tempa Rossa non la fa più ritenere opera idonea a soddisfare i bisogni della collettività assegnatele dal governo Renzi, il cui scopo era facilitare i collegamenti per il trasporto del petrolio estratto da Corleto a Taranto. Non per raffinarlo nel capoluogo pugliese, ma per consentire alla società francese il “Franco Frontiera”. Cioè esportare il petrolio lucano verso Paesi mediterranei con tassazione più bassa: come dire che al danno, per l'estrazione, anche la beffa di mancate entrate economiche».
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