TARANTO - L’Ilva in amministrazione straordinaria precisa in una nota «di aver fornito ad Arpa Puglia, nei termini e secondo le modalità previste, tutti i dati sulla presenza di diossina rilevati dai deposimetri delle nuove centraline installate in ottemperanza alle prescrizioni Aia». Secondo la perizia «realizzata per conto della società - aggiunge l’azienda - dal Politecnico di Torino, i valori anomali di diossina riscontrati nei deposimetri della centralina del quartiere Tamburi non sono stati determinati dalle attività industriali del gruppo. Appare evidente come l’impronta digitale delle polveri depositate a Tamburi differisca da quella delle polveri raccolte da Parchi e Cokeria e sia indicativa della presenza di contributi dovuti a sorgenti differenti da quelle dell’insediamento industriale».
«Lo studio del Politecnico di Torino - osserva ancora l’Ilva - esplicita chiaramente che la composizione delle diossine rilevate nel deposimetro ubicato nel quartiere Tamburi è differente da quella delle diossine rilevate all’interno dello stabilimento. Pertanto si esclude che i picchi di diossina siano riconducibili al siderurgico e si invita a cercare altre possibili fonti». L’azienda «conferma la propria disponibilità a fornire tutto il supporto necessario alle autorità competenti nello svolgimento di ulteriori analisi sui dati raccolti».
Mercoledì 02 Marzo 2016, 19:53