«In un periodo difficile per la pandemia nella musica di Diodato e nelle sue dirette social ho trovato un’ancora di salvezza». Maite Varas Ortiz è una filologa di Valencia che, appassionata dell’antologia musicale italiana, un giorno si è fatta rapire dal cantautore tarantino che, nel 2020, pochi giorni prima che il mondo fosse «inghiottito» dal Covid, ha «fatto rumore» sbancando a Sanremo. Di seguito la sua canzone è diventata la colonna sonora di un Paese ritrovatosi a intonare il suo dolore dai balconi. «Quei flash mob hanno ispirato lo spettacolo Europe Shine a Light, organizzato dall’Unione Europea per sostituire la finale dell’Eurovision Song Contest 2020, cancellato a causa del Covid. Curiosamente il Festival dell’Ariston fu l’ispirazione per la creazione dell’Eurovision. E da quella scenografia inedita e magnificamente solitaria dell’Arena di Verona, Diodato ha fatto splendere una luce, donandoci un’altra notte di emozioni».
La musica abbatte i confini e unisce il mondo. E così che Maite Varas Ortiz, che quand’era quattordicenne già sapeva cosa avrebbe fatto da grande - studiare i rapporti tra lingue e letterature diverse - imparando sei idiomi (inglese, valenciano, spagnolo, francese, greco classico e latino), ha costruito un «pianeta», nel nome di Diodato. «Era l’anno scorso, durante il lockdown per la pandemia, con più tempo libero per i social - spiega l’acculturata valenciana - quando ho deciso di creare due pagine di fan club per l’artista italiano: una su Facebook (Diodato Fanpage Spain) e un’altra su Instagram (diodato_spain). Così ho riunito fan spagnoli e di altri Paesi, portando la musica di Antonio in più case possibili. Questo è il nostro tributo ad un cantante speciale, attraverso il linguaggio universale della musica». Il moto ondoso generato da Diodato ha portato Maite (diminutivo spagnolo di Maria Teresa) a conoscere persone della sua nazione e del mondo.
Il cantante amato diventa il collante delle storie a più latitudini. «José Ubay è un fan di Diodato di cui promuove il merchandising nelle isole Canarie. Paula, della Galizia, filologa e traduttrice come me, si è impegnata nella sottotitolazione di alcuni video di Diodato. Fiorella, mia amica, il 7 giugno 2015, in occasione delle celebrazioni della festa della Repubblica Italiana promossi dal consolato italiano in Argentina, ha avuto la fortuna di assistere al live di Diodato del tour A ritrovar bellezza. Lei mi ha detto che il teatro Coliseo di Buenos Aires era pieno di gente in estasi per l’artista. Un suo caro amico connazionale, chiamato “Fish”, ha dato in mano al cantante un mio messaggio, in cui gli ho scritto di venire a esibirsi un giorno in Spagna. Vederlo a casa mia, sarebbe un sogno».
Maite si diverte a chiamarla la sua pasión diodatera, espressa in quel suono che proviene dal capoluogo della comunità valenzana che, spesso, è stato posto come un esempio da emulare per Taranto, «perché Valencia è simile per clima, bellezza, storica e naturale, alla città che conserva le radici di Diodato e che lui difende ammirevolmente nella battaglia ambientale». La similitudine con Valencia richiama allo sport come mezzo turistico. In Varas Ortiz lo sport è colorato del giallorosso del Club de Fútbol, la cui maglia è stata indossata da giocatori italiani come Corradi e Florenzi. Dal calcio alla vela, che ha sdoganato Valencia con l’appeal turistico, da quando, nel 2007, ospitò la prima edizione dell’America’s Cup. Un esempio per Taranto, sulla via della riconversione. Dalla teoria alla pratica mancano pochi giorni, visto che il 5 e 6 giugno prossimo Mar Grande sarà scenario inedito del campionato mondiale dei catamarani volanti F50 nella tappa europea del «SailGp». E per la fan spagnola questo è un nuovo motivo di orgoglio verso la terra di Diodato. La passione verso l’artista, che in questi giorni ha lasciato un nuovo segno nell’incontro intimo a «Mappe di un mondo nuovo» ospite della città di Firenze, in Maite è datata. «Sono cresciuta in un ambiente musicale e letterario - racconta la valenciana - dove ho vissuto tra libri e album. Diversi di artisti italiani come Modugno, Mina e Baglioni. Ero bambina, nei primi anni Novanta, quando il vinile e le musicassette erano di moda». I dischi, nonostante la diffussione diventata tecnologica, continuano a girare. Generando quel «vortice di passione» cantato da Diodato nella sua Vita meravigliosa. Tale, lo sarà ancora di più, per Maite, «quando conoscerò Antonio e ascolterò dal vivo la sua musica terapeutica».