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Francesca Di Tommaso
01 Dicembre 2020
Un miracolo. Solo un miracolo di quella stessa Madonna derubata dei suoi ori potrà far tornare ex voto e gioielli, per il valore di circa 200mila euro, là dove sono stati trafugati. Non si sa bene quando, non si sa come, non si sa perché. Un vero e proprio giallo che scuote da qualche giorno la comunità dei fedeli di Ceglie del Campo e dei tanti cegliesi emigrati che avevano affidato alla loro Madre celeste la richiesta di grazie, intercessioni e ringraziamenti sotto forma di ex voto, ora rubati. Il fatto: dalla chiesa Matrice Santa Maria del Campo, a Ceglie, sono stati rubati oltre sei chili d’oro e alcune pietre preziose che i fedeli, nel corso di oltre 100 anni, avevano donato alla Madonna del Campo e alla Madonna di Buterrito. «Ceglie è una comunità mariana, devota a Maria, sconvolta e allibita di fronte ad un furto così incomprensibile e doloroso. Non solo e non tanto per il valore economico, ma per l’immenso valore morale e religioso». Commenta padre Sabino, il parroco della chiesa. Gli ori erano custoditi nella canonica, a pochi metri dalla chiesa stessa.
Una cassaforte della cui esistenza erano a conoscenza pochissimi, e che custodiva ori e preziosi che venivano mostrati alla comunità, «indossati» dalla statua della Madonna. Qualcuno nota che, sulla statua della Madonna, sono stati visti l’ultima volta ad ottobre 2019. Nelle rare circostanze in cui i sacerdoti si allontanavano dalla chiesa, affidavano la sacca con le preziose offerte ad una persona di estrema fiducia. Così sarebbe dovuto accadere domenica 22 novembre, perché i sacerdoti sarebbero dovuti andare a Barletta per un'ordinazione diaconale. Ma, aperta la cassaforte, l'amara scoperta è stata trovarla vuota. Nessuna effrazione, né alla cassaforte, né alla porta di ingresso della canonica. «Ci stiamo scervellando, non ne veniamo a capo - commenta padre Sabino - . Quello che mi auguro è che chi abbia compiuto questo gesto si ravveda e trovi il modo, un modo qualunque, per restituire quanto di prezioso, non certo solo dal punto di vista economico, ha sottratto a tutta la comunità». Ogni oro, ogni gioiello, ogni ex voto, celava la sofferenza, la preghiera, la fede profonda che ha mosso chi si è affidato alla Madonna per ricevere una grazia. «Purtroppo sembra un amaro epilogo di una lunga e triste tradizione di furti qui a Ceglie – commenta Nuccino Di Monte, memoria storica del quartiere –. Nell' 83 scomparvero corona e collana d'oro dalla Madonna del Campo e dal Bambinello donati dal popolo cegliese e posti sul loro capo da monsignor Nicodemo. Successivamente nella Chiesa madre fu rubato l'ostensorio d'oro dal tabernacolo.
Ora questo incomprensibile furto. La maggior parte dei fedeli credeva che gli ori fossero custoditi in banca. Solo pochi erano a conoscenza del fatto fossero in canonica». Amarezza, sconcerto, tanto dolore circola sui social da parte dei cegliesi. Anche dei cegliesi d'oltreoceano. «Per anni contemporaneamente alla nostra festa patronale, la terza domenica di ottobre, corrispondeva la stessa festa in Canada, dove vive una comunità molto forte di cegliesi emigrati – commenta Vincenzo Burdi, priore della Confraternita del S.S. Sacramento-. Da qualche tempo, anche i loro ex voto erano stati spediti qui a Ceglie, per custodirli tutti assieme nella chiesa matrice». Quello che non è ben chiaro, tra l'altro, è anche quando sia effettivamente accaduta la scoperta. «Noi ne siamo venuti a conoscenza per caso, da una tv locale, il 27 novembre alle ore 14 –. Forse sarebbe stato più opportuno renderlo noto direttamente a noi, anche solo nello stesso Consiglio pastorale. Che invece è stato convocato ufficialmente solo giovedì prossimo». C'è chi spera, ma non giustifica, siano stati rubati da qualcuno in difficoltà per l'emergenza Covid. «La nostra parrocchia ha sempre fatto solidarietà durante il lockdown e non solo – commenta Burdi -. Nessuno può essere così disperato da colpire al cuore dei fedeli con un gesto così vile».
Ora è tutto nelle mani della giustizia, che indaga dopo la denuncia di padre Sabino.
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