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Cassano, parrucchiere racconta il legame con la «Gazzetta»: risale alle notti magiche del ‘90

 
Diego Marzulli

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Diego Marzulli

Cassano, un legame che risale alle «notti magiche» del ‘90

Vito, coiffeur: «La Gazzetta mi è mancata tanto in questi mesi»

Giovedì 16 Luglio 2020, 14:22

Cassano - Un legame «mondiale», quello tra il parrucchiere per uomo Vito Di Sabato e la «Gazzetta». Risale infatti a febbraio del 1990, l’anno delle notti magiche di Totò Schillaci, l’inaugurazione del salone a Cassano. Fin dal primo giorno il barbiere acquista il quotidiano per metterlo a disposizione dei clienti.

Un connubio inseparabile, quello tra il nostro giornale, per l’hair stylist cassanese, per sé e per i clienti. Da trent’anni il solito rituale.

«Meno male che adesso posso tornare a comprarla, tutte le mattine», sospira Di Sabato. E riepiloga la normale giornata di lavoro. «Sveglia alle 6, colazione, chiacchiere con la famiglia e, appena pronto, subito al giornalaio per l’indispensabile acquisto da leggere e portare nel proprio salone per renderlo disponibile alla clientela», racconta.

Dalle immancabili notizie quotidiane nasce lo spunto delle discussioni e riflessioni che accompagnano il barbiere Vito Di Sabato per l’intera giornata.

Da tre decenni la elegante bottega artigiana è il luogo dove si scoprono i fatti raccontati dalla «Gazzetta» ingannando l’attesa del cliente. Commenti e approfondimenti specifici su tematiche, molte volte legate ai luoghi frequentati dagli stessi clienti, dai familiari, dagli amici e dai conoscenti.

Nel 2020 succede l’imprevedibile. D’incanto si presenta il nemico invisibile che stravolge l’economia e anche l’abitudine a informarsi sul quotidiano cartaceo. La pandemia da Covid-19 miete morti, ammalati e chiusure improvvise dei luoghi più frequentati dalla popolazione, tra cui i parrucchieri. Nelle città italiane le serrande abbassate raccontano visivamente l’angoscia generale.

Dopo alcuni mesi, si riapre gradualmente. Alla fase uno segue la fase due e poi la tre. Ma la ripresa economica è lenta. «L’assenza prolungata della “Gazzetta” si è fatta sentire, nel mio salone. Si figuri che anche quando a soli 14 anni ero apprendista del maestro Damiano Vasco avevo il compito mattiniero di comprare la “Gazzetta”. Sono favorevole alla ricomparsa del nostro amato giornale nelle botteghe di barbiere e nei bar. Tutti noi titolari abbiamo perso incassi anche per l’assenza del giornale».

Nel nuovo salone di via Grumo angolo via Dogana, Vito Di Sabato continua a raccontarci che da lui arriva ovviamente gente di tutti i ceti sociali. «Tutti, dico tutti, nell’attesa del taglio o dello shampoo o della barba - confessa - mi chiedono di poter sfogliare la “Gazzetta”».

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