E alla fine è stato possibile. «Io non ho mai creduto di non fare quest'anno il Festival», dice Rosella Santoro, che sin dal primo momento si è impegnata affinché la XIX edizione della sua creatura, il «Libro Possibile» di Polignano a Mare, non saltasse, nonostante le difficoltà dell'emergenza Covid. E, come ha detto dal palco del Festival Oscar Farinetti, alla fine è stata lei ad avere «il coraggio, anzi diciamolo, le... palle per far davvero incontrare autori e pubblico per la prima volta dopo mesi di lockdown e di conferenze web».
Una luna rossa che affondava in mare ha salutato le notti della kermesse, con l'utilizzo delle nuove location: una era praticamente perfetta, sul lungomare vicino al Museo Pascali, l'altra nella zona del porto turistico Cala Ponte e infine una più piccola alla Terrazza dei tuffi. «Faremo tesoro anche di questa esperienza e ne raccoglieremo l'eredità», sottolinea la direttrice artistica del Festival finanziato dalla Regione Puglia e sostenuto per il terzo anno da Pirelli, oltre alla collaborazione del Comune di Polignano. Alla finalissma di sabato, con un Marco Travaglio «scatenato» sul tema della sanità lombarda fino all'una e mezza di notte, il pubblico è rimasto in piazza sino all'ultimo istante «e – spiega Santoro – ogni incontro è stato un'occasione per riflettere e portare con noi le parole dette, i libri presentati, le voci autorevoli ascoltate».
Insomma è fatta: il primo Festival postvirus che bilancio le lascia?
«Anzitutto l'esperienza della determinazione e del coraggio, oltre che quello di un lavoro corale, di squadra. Terrei molto a sottolineare non solo l'impegno mio personale ma quello di Gianluca Loliva, che è anche presidente Aspes e che si è occupato in modo impeccabile, da ingegnere, dell'aspetto tecnico organizzativo delle piazze, che quest'anno era particolarmente difficile. Questa edizione ha richiesto estrema professionalità e vorrei nominare e ringraziare tutti, anche – permettetemi – il lavoro di Giorgia Messa, che ha curato ola comunicazione e i rapporti con le case editrici; quello di Irene Martino e di Cecialia Pignataro per la logistica; quello di Pino Pascale che ha coordinato i volontari. Non posso citare tutti ma i volontari e quanti hanno consentito una serena edizione, con tutte le difficoltà del caso, hanno mostrato come l'impegno e l'entusiasmo possano premiare».
Cercas, Leavitt, Canfora, Veronesi... sono solo alcuni dei tanti nomi di ospiti. La programmazione “forte” ha retto sui contenuti dei dialoghi?
«Questo festival ci ha consegnato contenuti molto alti, sui quali continueremo a riflettere. Le parole che abbiamo ascoltato e i libri che sono stati proposti sono uno slancio vitale di energia in questo momento così particolare della nostra storia. Molti relatori illustri incontravano direttamente il pubblico per la prima volta, dopo mesi di conferenze web e si sono detti felici di vedere questa “ripresa”. Sono stati tutti dialoghi di grande suggestione: ne cito alcuni, come quello tra Canfora e Telese; o quelli con gli scrittori De Silva, Gamberale, Bianchini e il Premio Strega Veronesi. Pensi, che ha dichiarato di aver fatto a Polignano il firmacopie più lungo della sua carriera. E poi gli stranieri, da Leavitt a Cercas, i momenti di riflessione con Moni Ovadia e Vergassola, o quello importantissimo tra Wright e Quammen; o ancora, le testimonianze di Ema Stoccolma e Georgette Polizzi: o Alda Merini vista da Damiano Damato con Erica Mou e Mario Tozziu con Lorenzo Baglioni o Oscar Farinetti con Bennato. Anche l'attualità ha avuto momenti altissimi, sia con i due ministri Boccia e Provenzano sia con Rampini, Severgnini, Michele Partipilo, mons. Santoro, Cardini, Ivetic, Calabrò, Tronchetti Provera, Veltroni, Riondino... impossibile contenerli tutti qui ma ad ogni serata c'è stato un messaggio importante per ciascuno di noi».
Anche sui temi della giustizia e della pandemia.
«Sì, sempre pubblico attentissimo con Nicola Gratteri, con Padellaro e Scarpinato, la grande attualità giudiziaria, la mafia, le stragi. E aggiungerei anche i temi scientifici, i cieli di Patrizia Caraveo e il discorso sul virus di Ilaria Capua. I contributi “pop” sono stati anche molto seguiti, con Fabio Volo, Andreas Muller o Giulia Salemi, così come quelli musicali come quello diu successo con Niccolò Fabi».
L'anno prossimo, il ventennale.
«Un'edizione come quella di quest'anno, così difficile e così riuscita, porta un grande ulteriore entusiasmo per la prossima dei vent'anni. L'emergenza ci ha fatto anche riconsiderare nuovi spazi e ne faremo tesoro, raccogliendo l'eredità importante di questo 2020».