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Via il 14 luglio al 46esimo Festival Valle d'Itria, parla il presidente Punzi

 
Pasquale Bellini

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Pasquale Bellini

Un filo d’Arianna verso il futuro

Fortemente voluto nonostante le insidie del Coronavirus

Domenica 12 Luglio 2020, 11:34

È un «filo d’Arianna» tenace e ben visibile a guidare questa 46ma edizione del Festival della Valle d’Itria, che Martina Franca ha fortemente voluto ad onta di tutte le difficoltà che il Labirinto di insidie da Coronavirus ha innescato da marzo in avanti. Lo spunto «labirintico» è suggerito dalla seconda operina messa in scena, quella Arianna a Nasso (musica di Richard Strauss, su libretto di Hofmansthal) che sarà in ribalta nel Cortile del Palazzo Ducale la sera del 21 luglio (repliche 24, 26 e 2 agosto). Il debutto inaugurale del Festival è invece previsto martedì 14 con l’altra opera del dittico realizzato nel 1912 dalla coppia Strauss-Hofmansthal, Il borghese gentiluomo da Molière (repliche il 22, 25 luglio e 1 agosto).

«Il Filo d’Arianna di quest’anno - spiega Franco Punzi, presidente della Fondazione Paolo Grassi organizzatrice del Festival - è stato il coraggio e la testardaggine, nella sfida che abbiamo dovuto affrontare, di colpo, in marzo quando tutte le attività in pubblico sono state bloccate, limitate, condizionate. Si è corso il rischio che il Festival saltasse del tutto, ma grazie alla tenacia degli organizzatori, a cominciare da me e mettendo nel novero i nostri direttori, quello artistico Alberto Triola e quello musicale Fabio Luisi, con tutto lo staff organizzativo in azione, si è varato in breve tempo il validissimo programma che ora presentiamo».

Professor Punzi, a proposito di tenacia e di perseveranza, in questo 2020 cadono i suoi «primi quarant’anni» di presidenza del Festival, con annessi Fondazione e Premi, a far data dal 1980, fermo restando che il Festival è partito nel 1975, con lei sindaco di Martina...
«Non sbaglia, ma questa ormai è storia, storia vecchia, partita allora con l’avallo del grande Paolo Grassi (1919/1981) il martinese prestato a Milano, dove nel 1947 fondò il Piccolo Teatro insieme a Giorgio Strelher. Ora conta il Festival di questi anni e degli anni futuri, anzi conta il Festival di quest’anno speciale, che si apre come sempre ai giovani e al futuro. Un Festival che segue il Filo d’Arianna della ricerca, come sempre, ma che si apre al territorio: a Martina Franca in primis, col suo Palazzo Ducale, le sue Chiese e i suoi Chiostri (il 27 luglio anzi una serie di Concerti di un “Omaggio a Martina” coinvolgerà vari siti martinesi dal pomeriggio a notte fonda), ma quest’ anno il Festival si volgerà anche ai due mari, l’ Adriatico e lo Jonio (Martina li domina entrambi dalla sua collina!): un concerto avrà luogo a Polignano davanti al Museo Pino Pascali (15 luglio), un altro a Taranto davanti al Castello Aragonese (28 luglio). Poi tre concerti si svolgeranno come sempre in alcune belle masserie della Valle d’ Itria: li abbiamo chiamati “il canto degli ulivi” per non dimenticare il nostro patrimonio agreste, in tempi di Xilella in agguato».

Non sembra affatto un cartellone di ripiego. Qual era il programma originario, quello che avete in fretta sostituito?
«Il programma presentato in febbraio comprendeva opere come La rappresaglia di Mercadante, poi Gli amanti sposi di Wolf-Ferrari, infine la Leonora di Ferdinando Paer (1804). In pochi giorni è stato approntato questo programma di assoluto livello. Ora al pubblico (a proposito, 250/270 spettatori al Palazzo Ducale, 300 per i concerti) l’arduo responso!».
Nel Borghese gentiluomo del 14 luglio direttore Michele Spotti, voce recitante Stefano Massini, regia di Davide Gasparro; fra i cantanti Vittorio Prato, Ana Victoria Pitts, Barbara Massaro. L’orchestra impegnata nelle due opere è quella del Teatro Petruzzelli.

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