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«I sentieri nel Parco?
Un progetto ereditato»

 
parco murgia materana

Prime «grane» per il presidente dell’Ente Parco della Murgia materana, Michele Lamacchia

Lunedì 12 Marzo 2018, 11:20

di EMILIO OLIVA

Prime «grane» per il presidente dell’Ente Parco della Murgia materana. Michele Lamacchia, 54 anni, agronomo, che ha assunto l’incarico soltanto da metà dicembre, a causa della realizzazione di sentieri giudicati «impattanti» da ambientalisti ed escursionisti oltre che in contrasto con uno dei primi compiti istituzionali dell’ente, che è quello della tutela di flora e fauna. «Mi sono ritrovato a gestire questo progetto già avviato – spiega Lamacchia alla Gazzetta – che ho ereditato dalla precedente amministrazione del parco e che inizialmente prevedeva la realizzazione di bagni pubblici». Ma i fondi, oltre 200 mila euro, sono stati dirottati sulla sentieristica. «No. La realizzazione dei bagni – precisa Lamacchia – è stata stralciata dal progetto per decisione del Comune. Sono stati salvati i lavori relativi alla cartellonistica, alla sentieristica mentre erano state già realizzate la recinzione del belvedere e la sistemazione del piazzale. Quando mi sono reso conto di questo, ho bloccato i lavori e ho cercato di recuperare con una variante la realizzazione dei bagni. Non è stato possibile perché avremmo modificato un progetto esecutivo, già approvato e finanziato dalla Regione, esponendoci al rischio di un contenzioso che sarebbe stato perdente in partenza».

Resta il fatto che si interviene in un’area protetta con mezzi meccanici per realizzare una ragnatela di sentieri sterrati, molto più larghi di quelli esistenti, con una incisione del terreno e la messa in opera di stabilizzato, in un’area sottoposta a vincoli paesaggistici e che è stata considerata paesaggio culturale meritando l’inserimento nella lista del patrimonio Unesco. «Non sono il direttore dei lavori, ma posso escludere l’utilizzo di escavatori e mezzi pesanti. Sono impiegati i dumper che sono usati anche negli interventi di recupero nei Sassi. Buona parte dell’effetto impattante – afferma il presidente dell’Ente Parco – verrà meno quando lo stabilizzato utilizzato, che è fresco di cava, subirà l’azione del tempo e sarà mascherato dalla ricrescita della vegetazione. In ogni caso mi sono trovato nell’impossibilità di modificare i lavori, perché questo avrebbe significato affrontare un contenzioso a nostro danno».

Una delle contestazioni avanzate dall’associazione Trekking Falco Naumanni è che i problemi della sentieristica del parco riguardano l’assenza di indicazioni e l’inaccessibilità di percorsi che rientrano in proprietà private più che il rifacimento dei tratturi esistenti. «Il progetto risolverà, in maniera anche esaustiva, il problema della cartellonistica. Con i proprietari dei fondi compresi nel perimetro del Parco – annuncia Lamacchia – ho cominciato a confrontarmi per cercare di giungere ad una soluzione che salvaguardi gli interessi di tutti rendendo fruibili i sentieri. Adesso però mi interessa risolvere il problema dei bagni pubblici, anche in via transitoria, al posto di quelli chimici esistenti sul belvedere, perché andiamo incontro a flussi turistici maggiori e non possiamo permettere che le grotte rupestri siano utilizzate per questo scopo. Oggi sono state trasformate in vespasiani con vista Sassi e occorrerà reperire fondi per ripulirle. È uno sconcio che bisogna assolutamente evitare».

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