MONTALBANO JONICO - Sedicimila follower fa, Francesco Cerulli, 32enne di Montalbano Jonico, faceva il consulente finanziario a Milano. Laurea triennale in Management Pubblico, master a Salamanca in Materie finanziarie ed un cuore lasciato sempre sul comodino tra i calanchi montalbanesi. Il lavoro dei sogni, certo, ma a provvigione. Così, dopo tanto vagare anche Francesco, per gli amici «Ciro», torna a casa, per ricongiungersi con la sua terra, ad affiancare il padre nella tabaccheria di famiglia. E nel tempo libero viaggia ed inizia a girare e a filmare cibo e posti (circa 50 in Basilicata), con in testa sempre il dubbio: «Viaggio per mangiare o mangio per viaggiare»?
Sedicimila follower fa, Francesco pesava anche 6,5 kg in meno, che - se distribuiti su un metro e settantanove, come nel suo caso - fanno poco o quasi niente, ma restano comunque là: «Dopo il primo post pesavo 72,5 kg, oggi sulla bilancia i chili sono 78». Quanto è vero che fare il foodblogger e non ingrassare, pur essendo da prima pagina, resta un’utopia.
Così «Cirovagare» - questo il nome della pagina Instagram - quest’anno festeggia i suoi primi due anni… della partita iva di Francesco. Nasce nel 2021, dalla domanda «Dove mi consigli di andare a mangiare stasera?», la cui risposta Francesco decide di dare a reti unificate, aprendo una pagina social che nel giro di qualche mese vede triplicare i suoi follower: dai 3000 di agosto ‘22, i follower diventano 10.000 a novembre dello stesso anno. Dato, questo, che si traduce nella formula: se prima chiamavi per mangiare, ora ti chiamano per farlo.
Ma come è possibile moltiplicare in così pochi mesi i propri follower? «Instagram dona, periodicamente e random, un cono di visibilità a tutti e non puoi sapere quando o perché. Accade, punto e te ne accorgi unicamente dall’incremento esponenziale delle visualizzazioni dei post». Quando è toccato a Francesco, i suoi consigli enogastronomici sono schizzati urbi et orbi, quindi anche i milanesi hanno saputo dove poter mangiare bene in Basilicata, salvo essere anche bellamente autorizzati ad infischiarsene.
Piatto preferito?
«La focaccia arrostita (“Fcazzedd Arrstut”) di mia nonna. La preparava ogni volta che pioveva per mio nonno di ritorno dai campi, per allietare il suo rientro. Spesso, quando iniziava a piovere, ero io a chiamarla, dicendole: “Nonna, sta piovendo: hai fatto la focaccia?».
Ma quando non mangi per lavoro, di cosa ti nutri?
«Carne e verdura, per compensare le attuali 4-5 uscite a settimana».
Dove si mangia meglio: piatto-luogo. Carne?
«Policoro per di tutti i tipi: dal Kobe alla Vaca Rubia spagnola».
Pizza?
«Rionero, Lavello, Tursi, Bernalda, le migliori “a ruota di carro” finora mangiate».
Gelato?
«Matera, su tutte».
Pane?
«Montalbano: basso con più crosta».
A far la differenza, però, nel racconto del cibo di Francesco, è l’aver sposato appieno i temi della sostenibilità: sensibile alla questione dello spreco alimentare, Francesco è solito precisare ai ristoratori che lui “assaggerà ogni singola pietanza”, ma “il resto diverrà pasto condiviso con lo staff del locale o doggy bag da portare a casa”. Zero sprechi, dunque, e contenuti eticamente sostenibili.
Questo ma anche beneficenza: i pacchi omaggio con degustazioni di prodotti in triplice serie da provare da destinare ad associazioni o singoli.
E per il futuro?
«L’idea di creare tavoli condivisi, a vantaggio della socializzazione (quella vera!) e al netto degli sprechi, così da mangiare e conoscere altra gente. Eh sì, perché, racconta Francesco: «Al momento è difficilissimo per me trovare qualcuno disposto ad accompagnarmi nei miei viaggi culinari, per i chilometri da percorrere e perchè con me il cibo si mangia… tiepido (dopo averlo meticolosamente “instagrammato”!)».
Infine, domandare è lecito: «E la salute?», rispondere è cortesia: «Sono stato di recente fermo qualche mese per un’infiammazione al colon». Perché i contenuti del food blogger devono essere «grassi», gastronomicamente «illeciti», farciti ai limiti della legge e dell’umano decoro, dimentichi del «colesterolo cattivo»; perché, tra una melanzana grigliata ed un muffin al triplo cioccolato, la prima sarà sempre destinata a soccombere. A meno che non sia fritta e debitamente informaggiata.