MATERA - Pezzi unici, testimonianze di un passato antico, oggetti che rimandano alla quotidianità di epoche storiche lontanissime. Un totale di dieci manufatti archeologici, risalenti ad un periodo compreso tra il V ed il III secolo a. C., sono stati restituiti dalla Polizia di Stato di Matera alla Sovrintendenza dell’Archeologia, delle Belle Arti e del Paesaggio per la Basilicata. È accaduto ieri nella Sala “Palatucci” della Questura, presenti l’archeologa Francesca Carinci, in rappresentanza della Sovrintendenza, il vicario del questore Adriana Cappena ed il dirigente della Squadra mobile Luigi Vessio con i collaboratori del suo Ufficio.
I reperti oggetto della riconsegna erano stati sequestrati lo scorso maggio dalla Polizia e recuperati in un modo quanto meno fortuito. Erano stati trovati, infatti, durante una perquisizione domiciliare nell’abitazione un 46enne materano, noto assuntore di sostanze stupefacenti. Erano sulle sue tracce gli agenti della Squadra mobile, impegnati in servizio antidroga in città. Lo stavano pedinando per strada: l’uomo, non accorgendosi di essere seguito, avrebbe a un certo punto consegnato un involucro, risultato poi contenere 0,3 gr. di hashish, nei pressi di un garage in uso ad un 35enne. Colti in flagranza, i due furono bloccati dagli agenti.
Seguì la perquisizione in casa del presunto spacciatore: non destò meraviglia, dunque, il ritrovamento di una busta di cellophane contenente 28,6 gr. dello stesso stupefacente, oltre a un immancabile bilancino di precisione e vario materiale utile al confezionamento della sostanza. A seguire, la perquisizione domiciliare venne effettuata anche in casa del presunto assuntore. E qui la sorpresa: si scoprirono i dieci oggetti in terracotta (tra piccole anfore, vasi e piatti), che hanno subito fatto comprendere che si trattasse di beni di interesse archeologico. Per l’uomo, quindi, è scattata la denuncia in stato di libertà per ricettazione di beni culturali.
Il successivo accertamento effettuato dalla Sovrintendenza ha, poi, sciolto ogni dubbio sul valore oltre che sull’uso e origine dei vari pezzi. Si tratta di recipienti utilizzati per la conservazione di cibi ed essenze, che venivano generalmente posti nelle sepolture quale corredo funebre, la cui provenienza è probabilmente individuabile nel territori compresi tra il comune di Ferrandina e la Puglia. Adesso i reperti recuperati, e riconsegnati, dovrebbero essere esposti nei complessi museali presenti in provincia di Matera. Tuttavia, le attività di indagine della Polizia di Stato continueranno nella direzione di verificare l’eventuale esistenza di un’organizzazione dedita al traffico illecito di beni culturali.
Ma cosa è stato riconsegnato alla Sovrintendenza? Si tratta di pezzi unici in creta e decorati che elenchiamo di seguito: altezza cm. 13,5 circa, sulla cui superficie, di fondo rosso, sono raffigurate figure umane di colore nero; altezza cm. 17 circa, nero con base di colore rosso; altezza cm. 14,5 circa, sulla cui superficie, di colore nero, sono riprodotti disegni di vario genere, di colore bianco e giallo; piatto con due manici, altezza cm. 6 circa, parzialmente danneggiato; piatto con manico, altezza cm. 3,5 circa, con superficie di colore nero e raffigurate delle foglie di colore bianco e giallo, parzialmente danneggiato; altezza cm. 7 circa, di colore nero, con base di colore rosso e nero; altezza cm. 5,5 circa, con superficie di colore nero e base, parzialmente danneggiata, di colore rosso; ampolla alta cm. 6 circa, con superficie di colore nero, parzialmente danneggiato; coperchio di forma circolare, altezza cm. 3 circa, la cui superficie riporta alcune decorazioni di colore nero e rosso; coperchio circolare altezza cm. 2 circa, con alcune decorazioni di colore nero.