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Matera sotterranea svela il suo fascino al mondo

 
Donato Mastrangelo

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Donato Mastrangelo

Matera sotterranea svela il suo fascino al mondo

Oggi il Palombaro lungo intitolato a Tonio Acito

Lunedì 10 Luglio 2023, 08:00

MATERA - Uno spazio di circa 3 mila metri quadrati dove sono situate la chiesa rupestre del Santo Spirito, la parte basamentale di una torre aragonese che ha una impronta simile a quelle del Castello Tramontano, una antica conceria, il fondaco di mezzo, mercato centrale del vino e il Palombaro lungo, una grande cisterna che costituisce uno degli emblemi della Matera antica e dello straordinario sistema della raccolta delle acque di cui era dotato la città.

È l’altra città, nel cuore del centro storico di Matera, accessibile dagli ipogei di Piazza Vittorio Veneto. Il virtuoso sistema di approvvigionamento idrico, costituito da pozzi, palombari, piscine e acquedotti ipogei che convogliava le piogge nelle antiche abitazioni in tufo dei Sassi, ha contribuito al riconoscimento di Matera a patrimonio mondiale dell’Unesco nel 1993. Le piscine, note anche come cisterne, scavate nella roccia di calcarenite, sono disseminate nelle grotte dei Sassi con la tipica forma di pera-campana ed intonacate a coccio pesto preparato con la terracotta per rendere impermeabili le pareti. Le cisterne raccoglievano acqua piovana, di uso domestico e non potabile.

«Il palombaro lungo di piazza Vittorio Veneto - rileva la guida turistica Giovanni Ricciardi - non ha un acquedotto ipogeo che lo alimenta perché la sorgente d’acqua è in una grotta adiacente allo stesso palombaro. L’acqua penetra dalle fessure naturali della roccia per poi entrare nel palombaro dal pavimento». Il nome del «Palombaro» è riconducibile alla «palomba», il muro di tamponamento di una corte a pozzo. Fu realizzato nel 1846 su volontà di mons. Antonio Di Macco come riserva idrica per gli abitanti del Sasso Caveoso. Considerato un capolavoro di ingegneria idraulica ed elemento fondamentale per l’iscrizione della città nel patrimonio Unesco, il Palombaro lungo fu riscoperto nel 1991 durante i lavori di ristrutturazione della piazza ed ha una capacità di oltre 5 milioni di litri d’acqua. Questa immensa cisterna d’acqua è profonda come un palazzo di cinque piani e lunga quasi come un campo di calcio, questa mattina, con una cerimonia in programma alle 10, verrà intitolata architetto materano Mattia Antonio Acito, noto come Tonio, scomparso lo scorso 26 marzo. L’evento si svolgerà all’ingresso del Palombaro, con i saluti del sindaco di Matera, Domenico Bennardi, e di uno dei firmatari della petizione, con cui è stata chiesta ufficialmente l’intitolazione. La proposta era partita dall’iniziativa di Alberto Giordano, amico fraterno di Acito, che aveva promosso una petizione raccogliendo oltre mille firme, a seguito della quale a Prefettura di Matera, aveva autorizzato ufficialmente l’intitolazione.

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