MATERA - Un «Gran tour» lungo la via della ceramica. Dagli antichi Rioni Sassi di Matera al centro storico, per arrivare a Venosa fino a Calvello, per poi varcare i confini regionali, raggiungendo la Puglia con Grottaglie e Laterza. E la Campania, con Vietri sul mare e Cerreto Sannita.
Un triangolo economico che mette insieme tre regioni del sud Italia, e che punta sull’intercettazione di un turismo «slow», attento alla qualità delle produzioni artigianali. Un comparto che soltanto a Matera, con le sue trenta botteghe di ceramisti, fa registrare un fatturato di un milione e duecento mila euro l’anno (circa trenta mila euro ad attività), ed in cui sono impiegati una cinquantina di dipendenti. Numeri che dimostrano «che il settore della ceramica è quello preponderante tra i mestieri artistici artigianali», sottolinea Leonardo Montemurro presidente della Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) Basilicata, ragione per cui «si sta lavorando per costruire un sistema integrato che dia vita a un circuito virtuoso tra realtà che vantano un’antica e importante tradizione artigianale. Partendo da queste affinità storiche e culturali, si devono creare le condizioni per costruire un percorso turistico, un tour di dieci giorni, in cui l’artigianato artistico ricopre un ruolo fondamentale nella scoperta e valorizzazione dei luoghi».
L’impatto sul territorio in termini economici si può misurare dall’esperienza di Calvello, in cui l’associazione borgo della ceramica diretta da Rocco Di Grazia, che ha aperto all’interno del castello una scuola con otto postazioni di lavoro frequentate dalle scolaresche e dai turisti. «Un borgo in cui sono presenti solo tre ceramisti - dice Montemurro - ma che ha alle spalle un’ antica tradizione sulla quale l’amministrazione comunale ha deciso di investire. Il risultato è che grazie al movimento generato intorno alla ceramica, si è creato un circolo virtuoso che ha portato all’apertura di piccole strutture ricettive, con i ristoranti che lavorano durante l’anno. A Venosa il sindaco ha accolto la proposta di avviare l’iter di candidatura di Venosa “Città della ceramica” dove questa produzione è presente sin dal Medioevo».
Diversa è la situazione di Matera, qui «siamo a metà del percorso e in attesa dell’assegnazione del titolo di Città della ceramica che porterebbe a rafforzare l’azione - sottolinea - una città in cui il numero dei ceramisti è consistente e il discorso del rilancio del comparto va legato da una parte al turismo e dall’altra alla formazione». Montemurro rilancia la proposta dell’ apertura di una Scuola di ceramica prendendo come esempio Vietri sul Mare, dove «la Cna ha lavorato con l’amministrazione comunale riuscendo a far finanziare dalla Regione una Scuola giunta alla seconda annualità e con richieste da tutta Europa. A Matera ci sono le condizioni per attuare un percorso simile. Basterebbe stanziare circa 400mila euro per pianificare un corso triennale che non solo diventerebbe un ulteriore elemento attrattivo della città ma darebbe ai giovani le competenze per avviare un’ attività in proprio o lavorare nelle botteghe. Per fare questo passo è necessario che l’amministrazione comunale riconosca la centralità del mestiere, altrimenti la strada è percorsa solo a metà».
Serve «un’azione di sistema» dunque,lo ribadisce anche Margherita Albanese, presidente Cna tradizioni e mestieri «sia sul fronte della formazione che su quello della promozione della città», perché è importante che «il turista che viene a Matera non si aspetti di trovare solo i Sassi, ma anche una serie di attività artigianali che danno valore aggiunto alla città con le loro produzioni di qualità», conclude Mario Daddiego, presidente dei ceramisti della Cna e titolare di una bottega in piazza Madonna dell’Idris che il 20 e il 21 maggio sarà aperta al pubblico grazie all’iniziativa «Buongiorno ceramica».
Il 17 maggio invece nella sala convegni della Fondazione Le Monacelle la proposta del Gran tour della ceramica sarà al centro del convegno promosso dalla Cna.