L’appuntamento è per stamattina alle 10 nell’Aula Magna dell’Università a Potenza. Lo «stato maggiore» della Basilicata che studia e protegge foreste e acqua è dietro un tavolo per fare il punto sul patrimonio boschivo, sulla tutela della biodiversità, e, soprattutto, sulle ferite dei cambiamenti climatici.
Non solo un momento di denuncia ma anche una chiamata all’impegno. E cioè: declinare le strategie forestali e gli interventi di Agenda 2030 affinché lo sviluppo sostenibile non sia solo politica degli annunci. Ed è per questo che il Comando Regione Carabinieri Forestale che ha organizzato l’evento ha chiamato al tavolo, tra gli altri, due direttori generali della Regione: Roberto Tricomi (Ambiente ed Energia) e Emilia Piemontese (Politiche agricole).
Colonnello Angelo Vita, comandante forestale del Comando regionale carabinieri, cominciamo dagli incendi boschivi: i numeri preoccupano?
«Nel 2022 abbiamo registrato 147 episodi. La superficie totale percorsa dal fuoco è stata di 1771 ettari di cui 721 boscata e 1050 non boscata»
E com’è andata nel controllo dei fiumi?
«Sono stati più intensi sulle aste fluviali del Basento e del Sinni: 199 interventi hanno portato all’elevazione di due sanzioni amministrative ed al rilievo di tre illeciti penali. Sul vincolo idrogeologico e di polizia idraulica i controlli effettuati sono stati 2083 e hanno consentito di accertare 213 illeciti amministrativi per un totale di 34mila euro e 25 illeciti penali»
Ma sono delitti puniti solo con contravvenzioni. E questo non aiuta a...
«...è un vulnus della nostra normativa. A parte le questioni riguardanti i disastri ambientali, gli inquinamenti ambientali e le attività organizzate riguardanti il traffico illecito di rifiuti, questi reati non comportano l’arresto»
Dove si riscontra la fragilità maggiore?
«Sono stati fatti sequestri che riguardavano gli illeciti prelievi di inerti dai fiumi, che vanno a ridurre l’alveo dei fiumi. Questo comporta problemi di esondazioni che sono diventati più comuni e più frequenti»
Stando ai vostri report i nostri boschi non sono messi male, l’80% è in buona salute. Ma quel 3% che manifesta danni gravi dov’è localizzato?
«Il programma Conecofor avviato in Euopa nel 1985 è un’attività che va a rilevare i danni sulle foglie che derivano dai cambianti climatici, dalle piogge acide o dal livello di secchezza delle piante fuori stagione. Nell’ambito dei nostri rilievi si è verificato che ci sono dei livelli di secchezza delle foglie che sono al di là dell’ordinario e che derivano dall’intensità dei cambiamenti climatici alle nostre latitudini»
Quindi, dove si fa critica la situazione?
«Nel Materano abbiamo più problemi di secchezza delle piante e quindi di difficoltà delle piante a resistere ai climi e alle temperature più alte degli ultimi tempi».
Torniamo agli incendi. Le aree devastate sono una cicatrice che pesa. Che fare?
«Ci sono delle stagioni in cui non ce la facciamo, come organizzazione, a tener contro di tutti gli incendi. Come è capitato l’anno scorso. In provincia di Matera le superficie coperte dal fuoco sono elevate e si ripropongono sulle stesse aree. Il problema è che potrebbero dar vita ad una desertificazione perché viene meno la presenza del soprassuolo bosco».
Il contrasto ai tagli illeciti di alberi e al traffico illegale di legname è un’altra di quelle attività che la dicono lunga sulla stato di salute della nostro ecosistema. A che punto siamo?
«Il fenomeno, dopo un picco degli anni scorsi e dopo i nostri controlli è tornato in una situazione fisiologica. Ci sono delle violazioni, ma non nel numero degli anni scorsi. Nel recente passato i costi per il tagli non coprivano le spese della vendita del legname da ardere, che è la situazione più comune in Basilicata , soppiantata dall’utilizzo dei pallet. Le imprese boschifere tentavano di ottenere il maggior profitto attraverso un surplus di piante tagliate che non erano autorizzate. Questo l’abbiamo dovuto combattere moltissimo. Paradossalmente, il settore, con la guerra ha avuto un rinvigorimento perché i pallet venivano tutti dall’Est Europa e hanno avuto un aumento dei prezzi che ha reso competitiva la legna da ardere tagliata in loco. Noi controlliamo tutte le utilizzazioni boschive presenti sul territorio regionale. Gli illeciti sono a livello fisiologico».
Qual è il dato che più allarma e che più fotografa l’importanza della vostra azione di prevenzione e repressione?
«Il campo della tutela ambientale è vastissimo per cui ci sono delle situazioni che devono essere tenute sotto controllo e che stiamo tenendo sotto controllo. La vulnerabilità maggiore della Basilicata è sul fronte erosione dei pendii che determina un grande rischio di frana e questo a sua molte determina un rischio per la pubblica incolumità. Facciamo attività di prevenzione e monitoraggio per evitare che queste situazioni si verifichino. Stiamo parlando di polizia idraulica. Nel nostro caso anche grossa attenzione sui tagli boschivi perché un eccessivo depauperamento dei patrimoni boschivi favorisce la presenza di frane».