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Matera città della ceramica come Faenza: «Tempi maturi per un distretto»

 
Enzo Fontanarosa

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Enzo Fontanarosa

Ceramica Matera

Montemurro (Cna): «È un primo passo sul quale puntare pensando anche al turismo»

Giovedì 05 Gennaio 2023, 11:58

MATERA - Una tradizione artigianale che affonda le sue radici nell’antichità. Tanto che nelle teche del Museo «Ridola» vi sono esempi significativi. Soprattutto, un settore dell’economia che può contribuire allo sviluppo economico per l’intera regione. È il più immediato e tangibile risvolto pratico del riconoscimento di Matera tra i «territori di affermata tradizione ceramica» avvenuto a metà dello scorso dicembre lo scorso 15 dicembre dopo che il Consiglio nazionale ceramico (organo di consulenza del Ministero delle Imprese e del Made in Italy), ha accolto le domande presentate da undici Comuni, tra cui quello di Matera. Un riconoscimento della manifattura artigianale cittadina, che vanta anche delle pregevoli produzioni artistiche, che sotto forma di distretto, così come per altri territori italiani, Faenza o Sassuolo, per citarne due, potrebbe rappresentare un volano per il settore di tutta la Basilicata.

Leonardo Montemurro, presidente regionale della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (Cna) commenta positivamente l’importante riconoscimento.

«È importante – dice – anche per la sinergia tra pubblico e privato e associazioni (Comune di Matera, AiCc, Cna, Camera di Commercio di Basilicata, ndr.) che hanno lavorato insieme perché si giungesse al risultato che va ancora una volta nella direzione di qualificare sempre di più le produzioni artigianali di Matera».

Potrebbe non fermarsi al solo capoluogo provinciale e, anzi, estendersi al resto del territorio lucano. Cosa ne pensa a riguardo?

«È chiaro che si potrebbe avere uno sviluppo in chiave regionale realizzando, ad esempio, un asse con Calvello. Ma anche con Anzi, che vanta una forte tradizione artigianale storica, e Venosa, che pur non avendo fatto alcuna richiesta in particolare potrebbe prendere spunto da Matera. Sul fatto che l’intera Basilicata possa fare leva su questo settore artigianale, basti pensare a ciò che sta avvenendo nella vicina Campania».

Ci spieghi meglio.

«In pratica, sul territorio campano le sette città che vantano una tradizione ceramica si sono unite in tal senso e stanno lavorando per la creazione di un distretto della ceramica».

Si tratta di Ariano Irpino, Calitri, Cava de’ Tirreni, Cerreto Sannita, Napoli-Capodimonte, San Lorenzello e Vietri sul Mare. Dallo scorso luglio, si sono unite con l’obiettivo comune di attivare finanziamenti oltre a un circuito virtuoso nell’intera filiera della produzione ceramistica, del turismo e della cultura degli stessi territori e dell’intera Campania. Senza contare le ricadute economiche e occupazionali per le stesse città del distretto.

Il «modello campano» potrebbe essere un esempio da imitare.

Penso che una idea molto più fattibile per noi – riprende Montemurro – è quella che parte da un punto di vista turistico. Cioè, la creazione di un percorso che parta, ad esempio, da Vietri e arrivi a Calvello, dunque a Matera e passi, poi, per Laterza, che è una già riconosciuta come città a tradizione ceramica, fino a terminare a Grottaglie. In questo modo si favorirebbe un percorso interregionale che parte dalla Campania, e attraversando la Basilicata, finisce in Puglia e può essere interessante per gli estimatori della ceramica, delle produzione artigianali di qualità. Possono, insomma, trovare la ulteriore possibilità di visitare i territori e le loro botteghe e, quindi, fare esperienze. E quest’ultimo aspetto, in maniera ulteriore, si apre al tema del turismo esperienziale o lo consoliderebbe».

Quindi, ritornando al riconoscimento di Matera tra i territori di affermata tradizione ceramica, Montemurro conclude affermando che «è un primo tassello sul quale poi pensare progetti che hanno come obiettivo lo sviluppo del territorio lucano, con il contemporaneo consolidamento delle imprese esistenti e la nascita, eventualmente, di nuove».

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