BERNALDA - Ad alcune settimane dall’interruzione, sono ripresi ieri mattina e proseguiranno per tutta la giornata odierna, le ricerche di Angelo Ferrante, detto Lillino, 78 anni, scomparso in località Bufalara di Bernalda il 6 gennaio scorso. L’iniziativa è dell’Associazione Penelope, che raccoglie le famiglie e gli amici delle persone scomparse. Ricordiamo che l’uomo era uscito di casa per recarsi nei terreni di sua proprietà in contrada Bufalara, molto probabilmente per raccogliere erbe selvatiche e funghi. Indossava una felpa blu scura, pantaloni azzurri e scarponcini; occhiali e un cappello giallo con visiera.
A lanciare l’allarme era stata la moglie che, non vedendolo tornare all’ora solita, aveva allertato le figlie che vivono fuori Bernalda, facendo partire le ricerche da parte delle Forze dell’Ordine.
Le figlie di Ferrante, Rocchina e Annalisa, entrambe insegnanti, affermano: «Grazie alla disponibilità del Prefetto di Matera Rinaldo Argentieri e dell’Associazione Penelope, per due giorni e forse anche oltre, riprenderemo le ricerche di nostro padre, con il coordinamento dei Vigili del Fuoco e l’ausilio di volontari provenienti da Abruzzo, Puglia e dalla nostra Basilicata, col supporto del Comitato “Cittadini Attivi” e della Protezione civile. È impossibile - aggiungono - che un uomo svanisca nel nulla e di lui non si trovi alcuna traccia, nè effetti personali, se non l’automobile, peraltro avvistata in una posizione a una certa ora della mattina e poi ritrovata, alcune ore dopo dagli inquirenti, posizionata in maniera diversa. Qualcosa non quadra e andremo avanti, assieme alle autorità giudiziarie, per venirne a capo. Quella della Bufalara è una zona molto frequentata, dove nostro padre si recava spesso».
Le indagini proseguono pure sulla base di alcune testimonianze anonime, che raccontano di parecchi colpi di fucile esplosi nella zona e del guaito prolungato di alcuni cani. Tenuto conto che la Bufalara è un’area di caccia, ma che nel periodo natalizio, in piena zona rossa, l’attività venatoria era comunque interdetta. Insomma si continua a indagare su filoni investigativi collaterali a quelli classici propri dell’ allontanamento volontario.
Ancora nessuna notizia neppure di Michele Dichio, l’uomo di 57 anni di cui non si sono perse le tracce dal 3 febbraio scorso. Alto 175 centimetri per 65 chilogrammi di peso, la sua scomparsa è stata denunciata da una sorella. Al momento della sparizione Dichio indossava un piumino nero e grigio e un paio di jeans. Celibe, viveva con due fratelli e amava molto spostarsi, soprattutto in autostop, per dirigersi in direzione Metaponto, Policoro o Matera. Inoccupato, trascorreva numerose ore della giornata seduto su una panchina vicino casa. Stando ad alcune testimonianze, altre volte non si era visto per alcuni giorni, ma mai per un periodo di tempo tanto prolungato.
Dei casi Ferrante e Dichio, che sembrano non avere alcuna attinenza tra loro, si sta occupando anche la trasmissione televisiva di Rai Tre “Chi l’ha visto”. Di certo il mistero si infittisce e qualcuno ricorda che anche negli anni scorsi, sempre a Bernalda, altre due persone sono scomparse nel nulla. Nella comunità, intanto, cresce l’inquietudine.