Matera - Uno “strazzo” solidale, non propriamente concepito come il tradizionale assalto al Carro trionfale, ma attraverso un’asta di beneficenza che abbia una eco mediatica anche a livello nazionale e che si svolga dopo aver fatto sfilare il manufatto in cartapesta per le principali strade della città con i fedeli che salutano le icone della Madonna dai balconi.
Sarebbe il modo, secondo Giovanni Oliva, che ha lanciato la proposta, di salvaguardare la tradizione della Festa in onore di Maria Santissima della Bruna in considerazione delle restrizioni che ci saranno dopo l’emergenza sanitaria del Covid-19. Una modalità, oltre tutto che rinsalderebbe il senso di appartenenza e la devozione mariana nei confronti della patrona.
Non è l’unica proposta, tuttavia, che circola sui social network in queste ore affinché l’edizione 2020 della Festa non rimanga derubricata soltanto sul calendario.
Un altro professionista, Enzo Marranzini, ha invece suggerito, sempre su Facebook, di fare sfilare il carro trionfale per la città, sempre senza i fedeli, raggiungendo anche percorsi mai toccati dal processione con la gente sui balconi ad omaggiare la Madonna. Anziché distruggere il Carro, come avviene nella tradizione, Marranzini propone di «collocarlo in una struttura possibilmente realizzata da un artista di fama mondiale in modo che rappresenti una attrazione turistica dopo l’emergenza sanitaria del Coronavirus».
«Moltissimi utenti – dichiara Giovanni Oliva – hanno condiviso la mia proposta che va nella direzione di preservare la tradizione pur in assenza di una festa vera e propria, ma mantenendo intatta la parte religiosa e attribuendo all’evento del 2 luglio, il giorno dell’anno più atteso dai materani, anche un valore nobile mediante un’asta di beneficenza che coinvolgerebbe banche, privati ed associazioni ed il cui ricavato verrebbe devoluto all’ospedale “Madonna delle Grazie” ed altre opere caritatevoli. Mi piacerebbe che una delle tappe del carro trionfale, trasmessa in diretta web e tv, fosse davanti alla Casa di riposo “Brancaccio”.
Il senso è di far passare un messaggio del tipo “Noi resistiamo, non ci fermiamo” e dare la possibilità a tutti di sentirsi comunità e di lasciare un segno al territorio. Anche perché – conclude Oliva – soltanto durante la guerra non si è celebrata la Festa della Bruna». Intanto Uccio Santochirico, al quale è stata la costruzione del carro prosegue il suo lavoro, ispirandosi al bozzetto che ha per tema “Zaccheo, oggi devo fermarmi a casa tua (tratto dal Vangelo di Luca capitolo 19 versetto 5) – La Cattedrale, casa di Dio tra le case degli uomini”.