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Basilicata, al comune di Tursi 8 euro all'anno a testa per convivere con il centro nucleare

 
Marisa Ingrosso

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Marisa Ingrosso

Basilicata, al comune di Tursi 8 euro all'anno a testa per convivere con il centro nucleare

In Gazzetta Ufficiale la ripartizione dei contributi. A Policoro 13 euro a testa

Mercoledì 30 Ottobre 2019, 10:10

Come avviene ogni anno, ormai dal 2003, è arrivata la «mancia» nucleare per i Comuni lucani che, dal 1968, sono costretti a convivere con impianti della filiera dell’«atomo» di Trisaia di Rotondella. A guardare la media, si tratta di poco più di 36 euro a testa per le circa 32.000 persone che abitano a Rotondella, Nova Siri, Policoro e Tursi. Ma in realtà, se si ha la pazienza di applicare le varie percentuali di riparto, si scopre che per alcuni residenti sono previsti 8 euro a testa (all’anno!).
I dettagli sono in Gazzetta ufficiale dove è pubblicata la delibera Cipe (la 52/2019 del 24 luglio) che, per l’appunto, determina la «Ripartizione dei contributi previsti per l’anno 2017 a favore dei siti che ospitano centrali nucleari ed impianti del ciclo del combustibile nucleare». Complessivamente, sono disponibili quasi 15 milioni di euro (14.824.415 per la precisione), da spalmare tra le comunità che risiedono nei pressi di nove siti. La suddivisione viene fatta in base a parametri quali la radioattività, i rifiuti radioattivi e il «combustibile nucleare fresco e, soprattutto, irraggiato» presenti nelle strutture.

All’Itrec, che pure ospita le barre di combustibile nucleare della centrale atomica americana di Elk River, la quota spettante è pari al 10,5017% del totale, cioè 1.556.818,55 euro. Pressapoco le medesime quote sono previste per le aree che hanno le centrali atomiche di Trino, Latina, Caorso e Garigliano. Mentre si arriva a oltre il 15% del totale e si superano i due milioni di euro per quelle nei pressi dell’Impianto Eurex e Deposito Avogadro di Saluggia, in provincia di Vercelli.
Orbene, in base alle leggi vigenti, a Rotondella - il Comune in cui ha sede l’Itrec - va il 50% di quel milione e mezzo e, quindi, i circa 2.550 rotondellesi potranno mettere nelle casse del municipio 778.409 euro, cioè 305 euro annui.

Il 25% spetta alla Provincia di Matera (389.204 euro). Il restante quarto se lo spartiscono i comuni confinanti con quello in cui è ubicato il centro nucleare, in proporzione alla superficie e alla popolazione. Ecco quindi che ai circa 6.800 abitanti di Nova Siri spetta l’equivalente di circa 17 euro a testa, ai 17.500 policoresi circa 13 euro e, infine, ai meno di 5.000 cittadini di Tursi 8 euro a testa. Otto euro a titolo di «compensazione».

Le amministrazioni con quei quattrini sono tenuti a fare interventi di difesa/recupero dell’ambiente. Per esempio in fatto di tutela delle risorse idriche, del mare, delle aree costiere e bonifica dei siti inquinati. Il tutto con un pugno di euro all’anno.
C’è da dire che la norma del 2003 che istituì questi fondi (decreto-legge 14 novembre 2003) fu concessa mentre a Scanzano Jonico scoppiava la protesta contro la decisione del governo Berlusconi di piazzare lì il deposito nazionale delle scorie nucleari. Bloccato quel blitz governativo, da allora il deposito è ancora sospeso in un limbo. Gli italiani non sanno neppure dove gli scienziati di Stato intendano costruirlo: la lista dei siti idonei è pronta, da anni, ma nessun governo la pubblica.

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