MATERA - Un incontro dietro l’altro, una serie infinita di parole. La vicenda Ferrosud si trascina senza spiragli tali da poter rasserenare i lavoratori e con loro i sindacati. Lunedì scorso la visita allo stabilimento dell’assessore regionale alle Attività produttive Francesco Cupparo, mentre ieri la comunicazione del ministero dello Sviluppo economico (struttura per la crisi d’impresa) di un nuovo «tavolo» di confronto per il 31 maggio a Roma. In quell’occasione dovrebbero esserci, oltre ai sindacati Fim, Fiom e Uilm, anche la direzione aziendale, la Regione Basilicata, i commissari liquidatore Emanuele Loperfido e giudiziale Giovanni Acito, il commissario straordinario del Gruppo Mancini, Antonio Casilli.
Ieri, intanto, c’è stato il confronto tra Ferroud e il Consorzio industriale di Matera per cercare una soluzione per la possibile acquisizione di un’area nei pressi dello stabilimento di Jesce, di proprietà dell’ente consortile, che agevolerebbe il trasporto della produzione effettuata nella fabbrica. Per quanto concerne il confronto tra sindacati e vertici aziendali, invece, resta da definire il nodo sulle “trasferte” del personale materano nelle sedi esterne dove Ferrosud ha acquisito nuove commesse.
Sino al 31 maggio prossimo, l’assessore regionale Cupparo dovrà acquisire definitivamente tutti gli “elementi di certezza”, così li ha chiamati, per definire una strategia del massimo ente lucano sulla vertenza Ferrosud, da condividere con i sindacati e le rappresentanze imprenditoriali. Proprio Cupparo ha spiegato che «gli elementi di certezza che ancora mancano sono riferiti al futuro della società su cui dovrà pronunciarsi il Tribunale di Matera e alle commesse già acquisite». Nell’ultimo incontro del 6 maggio al ministero si parlò di commesse per circa 50 milioni di euro. Da parte sindacale si fece riferimento agli investimenti ingenti previsti nel piano industriale delle Ferrovie dello Stato 2019-2023: 42 miliardi per infrastrutture, 12 miliardi per nuovi treni e bus, 2 miliardi per metro, 2 miliardi per altre tecnologie. Investimenti per puntare all’occupazione diretta ed indotta non solo per lo stabilimento Ferrosud di Matera ma anche per la Firema di Tito. «La Regione sosterrà questa rivendicazione ai tavoli del Governo – ha fatto sapere Cupparo nei giorni scorsi – tanto più che la Zes Jonica, che ci auguriamo possa presto decollare, contiene misure di incentivi per le imprese che verranno ad insediarsi nell’area materana e che dovranno tener conto della presenza di uno stabilimento quale la Ferrosud che ha dato prova in tanti anni di una produzione ad alta tecnologia e quindi di maestranze altamente specializzate».
Sempre il 6 maggio, al ministero dello Sviluppo economico (Mise), il commissario straordinario Casilli sottolineò che c’è un’ipotesi di accordo transattivo che potrebbe risolvere il contenzioso riguardante la cessione delle quote oggetto di revoca. L’ipotesi di accordo è in attesa dell’autorizzazione del ministero dopo che il Comitato di sorveglianza si è espresso favorevolmente. L’amministratore delegato di Ferrosud, Antonio Ingusci, invece, sempre a Roma, ha dichiarato di avere commesse da completare e gare vinte che garantiscono ulteriori nuove commesse per un ammontare totale di 50 milioni di euro di commesse acquisite, ma ha tuttavia segnalato la mancanza di linee di credito e ribadito che l’affitto di ramo d’azienda potrebbe essere una soluzione.