L’appalto per gli interventi interni allo stadio da 10 milioni di euro prevedeva il “riallineamento” del campo di gioco, ma lo slittamento dovuto al contenzioso rischia di farlo saltare. Non c’è tempo e nessuno ha voglia di parlare apertamente. «Bisognava cominciare entro il 23 giugno 2025: il commissario Massimo Ferrarese aveva cercato di anticipare i tempi per non far slittare le partite - ci dice un “addetto ai lavori” - Le pratiche per cominciare erano state anticipate».
Il problema è che dopo il ricorso l’impresa che ha vinto l’appalto si è fermata, perché se dovesse perdere, non recupererebbe gli investimenti. Per il progetto di restyling dello Stadio di via del Mare, l’azienda salentina Leo Costruzioni era arrivata seconda. «La nostra decisione di impugnare l’aggiudicazione dell’appalto per la riqualificazione dello Stadio Via del Mare, assegnato al Consorzio composto da Seli Manutenzioni Generali Srl e Hana Srl non rappresenta in alcun modo un ostacolo al progetto - ha spiegato in un comunicato l’azienda ricorrente - La nostra impugnazione contesta il ricorso improprio al “soccorso istruttorio”, con cui la società aggiudicataria ha modificato il gruppo di progettazione, introducendo professionisti non presenti nell’offerta iniziale, e sanato carenze che, secondo noi, avrebbero dovuto comportare l’esclusione. Una scelta motivata dalla volontà di tutelare l’interesse pubblico. Siamo convinti che si possa garantire il rispetto dei tempi previsti ai fini della fruizione dello Stadio durante i Giochi del Mediterraneo 2026, senza alcun pregiudizio per i tifosi giallorossi nel corso del prossimo campionato di Serie A».
Il commissario Ferrarese aveva chiesto all’U.S.Lecce di spostare la prima partita in casa di due settimane per consentire l’avvio dei lavori sul campo di calcio. «Il campo da gioco va rifatto completamente e spostato di 4 metri, perché se lo guardi dall’alto non è allineato allo stadio - ci spiega un tecnico interessato ai lavori - Dall’alto, se lo si lascia così, si noterà un campo spostato rispetto alla copertura, completamente disallineato. Non ci preoccupa il rifacimento degli spogliatoi e degli spalti, ma per il campo da gioco non c’è più tempo».
L’ultimo giorno utile per poter avviare questi lavori è il 24 giugno del 2025, ora però, con un ricorso in campo (che giustamente tende a garantire i diritti dell’impresa che lo ha proposto e l’interesse pubblico a far vincere chi ha le carte in regola), la situazione si complica.
I tempi della giustizia non sempre riescono a essere celeri. Se il Tar dovesse dare torto all’impresa che ha vinto, il 2 luglio, i tempi saranno troppo stretti per intervenire. Il secondo lotto va in gara tra 20 giorni e riguarderà la ormai tanto discussa copertura dello stadio. Il ricorso fa slittare di almeno 20 giorni gli interventi, che erano previsti il 23 per via di una serie di deroghe commissariali, che avevano permesso di saltare molti step burocratici. Ora intervenire sul campo di calcio sarà difficile. Già per i lavori di copertura, a marzo, è previsto uno stop delle partite all’interno dello stadio. Il varo della parte d’acciaio della copertura è stato programmato nei minimi particolari per l’anno prossimo. Il “fuoriprogramma giudiziario”, fa saltare l’intervento sul campo di gioco e bisogna farsene una ragione.