LECCE - Sarebbe stato aggredito senza motivo da un cittadino extracomunitario, un 27enne del Senegal, nel centro di Lecce, colpevole solo di indossare un'uniforme. Queste le parole con cui la segreteria provinciale del Siulp, Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia, racconta ciò che è successo ieri sera: «Continua senza sosta la scia di aggressioni alle donne ed agli uomini in divisa, nella stessa giornata non abbiamo fatto in tempo a tirare un respiro di sollievo per lo scampato pericolo dei due poliziotti affrontati a Padova da un individuo di nazionalità nigeriana armato di ascia, che a poche ore dall’accaduto l’episodio si è ripetuto nel
centro di Lecce».
Il segretario generale del Siulp Lecce, Mirko Bray, spiega così la vile aggressione avvenuta ai danni di un poliziotto, ieri sera. Il presunto responsabile è stato immediatamente arrestato per tentato omicidio. «La nostra impressione è che la Polizia di Stato stia pagando lo scotto della grave carenza negli organici, problematica che in questa Provincia ci penalizza particolarmente, al contempo emerge la necessità di introdurre tutti quegli strumenti che consentano ai tutori dell’ordine pubblico di operare in condizioni di sicurezza, in particolare ci riferiamo all’ampliamento delle dotazioni dei Taser, alla fornitura delle bodycam e dei giubbini tattici antitaglio. Chiediamo anche delle tutele legali differenti rispetto a quelle in vigore che giudichiamo eccessivamente garantiste nei confronti di chi delinque a scapito della gente onesta e di chi opera per la legalità e il bene comune. Avvertiamo un’eccessiva tolleranza verso chi usa violenza contro un poliziotto, che sia in ordine pubblico o in un intervento di polizia, di contro il solo sospetto di un possibile eccesso nelle nostre reazioni, che scaturiscono sempre a contenimento delle violenze di ogni genere che siamo chiamati a fronteggiare, è sufficiente ad innescare il cosiddetto “atto dovuto” che dà inizio a quella che oggi in Italia è la vera e propria pena: ovvero, l’iter processuale. Auguriamo al nostro collega una pronta guarigione nella certezza che il consueto spirito di servizio e l'indubbia abnegazione, lo spronerà a superare
nuovamente quanto già vissuto in passato».