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Lecce, con i lavori all’anfiteatro cambierà piazza Sant’Oronzo

Lecce, con i lavori all’anfiteatro cambierà piazza Sant’Oronzo

 
Gaetano Gorgoni

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Gaetano Gorgoni

Lecce, con i lavori all’anfiteatro cambierà piazza Sant’Oronzo

Dopo il via libera della Soprintendenza ai nuovi scavi nell’area e l’impegno del Governo a sostenerli sul piano economico

Venerdì 29 Novembre 2024, 13:33

LECCE - Piazza Sant’Oronzo è destinata a cambiare: con il via libera della Soprintendenza ai nuovi scavi e l’impegno del governo a sostenerli economicamente, si apre una nuova importante fase, quella della progettazione del “passaggio” sui nuovi ritrovamenti e del miglioramento della visibilità di una preziosissima testimonianza della Roma antica.

Oltre all’idea di un ponte che renda più accessibile l’Anfiteatro Romano, si pensa a una maggiore visibilità da tutti i lati della piazza e viene rispolverato l’antico progetto di De Giorgi, datato 1937 (e cioè di 87 anni fa), che elimina ogni barriera visiva. L’idea entusiasma l’architetto Alfredo Foresta, che ha più volte collaborato con il Comune di Lecce: «Allo stato attuale, l’unico affaccio vero sull’Anfiteatro è quello di via Verdi, in cui c’è un parapetto basso in pietra. I nuovi scavi potranno dare l’opportunità di creare una migliore connessione eliminando le “barriere visive”».

Se si guada all’Anfiteatro dalla piazza, ci sono i tre gradini con un rialzo e delle aiuole. L’idea è di rendere l’Anfiteatro parte integrante delle prospettive della piazza: appianando il salto di quota si ottiene una vista diretta. Il rialzo può considerarsi un refuso del vecchio piano di quota della piazza.

Ci potrebbe essere un vincolo da superare, ma in sede di restauro si può scegliere di liberare la prospettiva. È una scelta che implicherà un confronto tra esperti del settore architettonico e dei beni culturali più in generale.

«Se l’idea è di coniugare la piazza con l’Anfiteatro, possiamo guardare al prezioso lavoro di Cosimo De Giorgi (l’uomo che diede un grande contributo alla scoperta di questa testimonianza millenaria dell’Antica Roma): nel primo progetto del 1937 la piazza era completamente libera da barriere, tranne una recinzione in ferro più bassa».

Nel dopoguerra, invece, è stata edificato una parapetto in pietra intorno all’Anfiteatro, alto 1,10 metri (con l’eliminazione del marciapiede salirà a 1 metro e 30 centimetri), che in molti punti impedisce di ammirare il bene storico.

«L’anfiteatro e il palazzo INA definiscono un unica e indissolubile quinta scenica che segue l’ovale dell’arena: un mirabile esempio di composizione spaziale tra antico e moderno, elemento centrale della nuova piazza progettata nel 1937 - spiega l’architetto Foresta - La prospettiva a volo d’uccello del progetto originario, definisce il punto di vista, recupera gli altri elementi della storia (sedile, colonna con il Santo) e ritrovava, nel cielo terzo, l’equilibrio metafisico delle avanguardie pittoriche; un prima e un dopo, un sotto e un sopra dove l’arena e la nuova piazza disegnavano l’incantesimo della spazialità. Nel tempo è stata dimenticata la sensibilità di Cosimo De Giorgi e con essa il rapporto visivo di questa composizione urbana.»

«Oggi, che fare? Ponte sì, ponte no? Aprire gli scavi o richiudere con una nuova pavimentazione? Come contributi a questa delicata decisione, di mio, mi sono impegnato a recuperare la memoria e prospettare (se si decidesse di ampliare l’area di scavo) un ponte per ritrovare l’affaccio “incantato” sull’arena ma soprattutto ricordare lo spirito degli uomini che hanno disegnato la piazza. Nel segno di quel disegno mi domando e domando: il marciapiede con le relative aiuole, compreso tra la scalinata del sedile e il piedistallo delle colonna, deve rimanere un dislivello del tempo o può essere eliminato per ritrovare l’incantesimo della spazialità? La mia rimane una proposta, che deve interessare tutte le istanze storiche, scientifiche e critiche», conclude l’architetto Alfredo Foresta che consegna così al dibattito non solo politico ma culturale e pubblico della città le ipotesi in campo per valorizzare ed usufruire ancora di più dell’anfiteatro romano e più in generale della storica piazza Sant’Oronzo, cartolina della città.

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