Mense e palestre, così non va e dal Pnrr arriva una pioggia di 18.502.401 euro. Il rapporto di Save The Children su «Scuole disuguali. Gli interventi del Pnrr su mense, tempo pieno e palestre» evidenzia che solo il 14,8% degli alunni delle primarie e medie, della provincia di Lecce, usufruisce del tempo pieno o prolungato e di questi solo il 12,4 accede al servizio mensa. Ma il Salento viene promosso per la capacità di sviluppare interventi sulle mense.
Percentuali più alte per la presenza di palestre nelle scuole, invece, ma in ogni caso sempre in numero non adeguato. In provincia di Lecce le palestre sono presenti solo nel 67,8% delle scuole primarie e medie. E quella di Lecce non è neppure la situazione più disastrosa perché in Italia ci sono ben 9 province (7 del Sud) con una presenza di palestre che è sotto il 30% e per le quali sono stati impegnati un po’ più di 51 milioni di euro dal Pnrr, mentre per il gruppo di cui fa parte anche la provincia di Lecce, con palestre presenti nel 65% o più delle scuole, l’investimento di fondi comunitari è pari a 5.009.816 euro per 7 interventi.
«I fondi del Pnrr - evidenzia il rapporto - sono stati preallocati a livello regionale in base al numero degli studenti delle scuole statali (60% delle risorse) e il gap infrastrutturale (40%) (con un minimo garantito alle regioni del Mezzogiorno di almeno il 40% delle risorse). In base a questi criteri, il 54,29% delle risorse è stato destinato al Mezzogiorno. Sono poi stati selezionati i progetti in ciascuna regione (poiché i fondi erano stati preallocati), assegnando un punteggio sulla base di criteri che, in modo similare al caso delle mense, includono l’assenza di palestre scolastiche, l’inagibilità totale o parziale dei locali destinati a palestra, la tipologia di intervento (nuova costruzione, messa in sicurezza ecc.), l’appartenenza della scuola ad aree interne, montane o isolane, e il tasso di abbandono scolastico sulla base dei dati dell’Anagrafe nazionale degli Studenti. Anche in questo caso, ai fini dell’individuazione degli interventi da finanziare si è data priorità ai progetti già inseriti nella programmazione triennale nazionale vigente in materiale di edilizia scolastica. Inoltre il 70% delle risorse è stato destinato alle scuole del primo ciclo, il restante 30% alle scuole del secondo ciclo».
Sulle mense scolastiche la provincia di Lecce ha ottenuto 13.492.585 euro per 27 interventi. Il rapporto mette in relazione le province di Lecce e Napoli in quanto hanno percentuali di accesso al servizio di refezione più o meno analoghi (12,4% e 12,5%), hanno ricevuto la stessa quantità di fondi (circa 13 milioni di euro), «ma Lecce ha usufruito di un numero di interventi maggiore (27), rispetto a Napoli (22), nonostante il numero di studenti in quest’ultima sia nettamente maggiore. Nella provincia di Lecce, quindi, sono stati avviati più di 5 interventi ogni 10.000 studenti, mentre in quella di Napoli soltanto 1».
Secondo Save The Children la disomogeneità nella distribuzione degli interventi del Pnrr, unitamente al fatto che le risorse destinate a questo capitolo sono insufficienti a coprire il fabbisogno complessivo del servizio mensa a livello nazionale, «fanno dubitare della possibilità di ridurre significativamente i divari territoriali e garantire un equo accesso alla mensa per tutti gli alunni e le alunne, a discapito in particolare dei minorenni che vivono in condizioni di maggior svantaggio socioeconomico. A questa situazione, si sommano considerazioni relative alla capacità dei Comuni di offrire un’organizzazione efficiente del servizio, nonché la questione del costo della mensa, per molte famiglie insostenibile. Anche l’estensione del tempo pieno nelle scuole richiede un adeguamento delle risorse per coprire i costi del personale e la gestione delle strutture durante i pomeriggi, una questione che apre riflessioni sull’effettiva implementazione dei servizi nel prossimo futuro». E infatti una delle grandi problematiche del Pnrr riguarda proprio il fatto che non finanzia la spesa per il personale.