Adriana Poli Bortone, la sua candidatura a sindaco riannoda il filo di un dialogo mai interrotto con la città. Quando ha iniziato a dedicarsi al fronte politico a Lecce?
«È stato il mio primo amore, improvviso, nel 1967. Ho raccolto ad uno ad uno i miei voti con un quadernetto a quadretti, con i nomi di parenti, amici e compagni di scuola. E con un militante dell’epoca, Pietro, andai a fare propaganda, bussando porta a porta nelle periferie. Fui eletta come quarta dei sei consiglieri del Msi. C’erano personalità come il parlamentare Pietro Sponziello. Fui l’unica donna in lista eletta».
Ricorda il suo primo comizio in piazza?
«Intervenni quando mi candidai alla Camera nel 1983. Fu talmente emozionante che sotto il palco ricordo l’abbraccio dei miei sostenitori».
Riparte con una coalizione unita. Blindare il centrodestra salentino è stata la prima impresa… Il ruolo dei partiti?
«Un’impresa costruita nel tempo: dopo la campagna del 2019, con Erio Congedo eletto poi in consiglio regionale e in parlamento, mi sono assunta il compito di rimettere insieme le anime della coalizione che erano state separate. Abbiamo ricostruito i rapporti umani e ora abbiamo una coalizione compatta. Questa unità ha sorpreso anche i partiti nazionali»...
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