Via Gentile, via Costa, la villa comunale, via Casotti. Il vento, la pioggia, le radici di alberi piantati oltre trent’anni fa che però non hanno lo spazio per svilupparsi secondo la propria natura. I pini caduti in città, soprattutto nel quartiere San Lazzaro, sono stati numerosi negli ultimi anni. Da tempo si discute della necessità di sostituirli o intervenire in qualche modo per mettere in sicurezza le strade urbane dal rischio crolli, senza dimenticarsi dei marciapiedi divelti da quelle vecchie radici.
Adesso saranno rimossi e sostituiti con altre specie, altri saranno invece sottoposti a potatura straordinaria. Già nel giugno dello scorso anno, il sindaco Carlo Salvemini annunciò di aver dato mandato ad esperti dell’Università del Salento di censire tutto il patrimonio arboreo della città. Un monitoraggio propedeutico alla selezione delle specie arboree più adatte ad un contesto urbano.
E ieri l’amministrazione comunale ha presentato il piano di lavoro. Il monitoraggio ha fatto emergere l’urgenza di sostituire 67 pini d’Aleppo, considerati di pericolosità estrema, nel quartiere San Lazzaro. Altri 97 saranno invece potati per ripristinare un equilibrio tra i grossi rami e le radici e saranno costantemente monitorati. Il quartiere tuttavia non resterà spoglio di quel verde che da sempre ne ha caratterizzato l’eleganza. Gli alberi rimossi, è stato spiegato, saranno sostituiti nell’immediato con altri 96 e successivamente ne saranno aggiunti altri 40.
«Questo intervento rappresenta la prima applicazione pratica del regolamento stralcio votato dal Consiglio comunale sulla sostituzione delle alberature - puntualizza il sindaco Carlo Salvemini - e costituisce un vero e proprio cambio di approccio sul tema degli interventi su alberature pericolose in ambito urbano. Prima si procedeva per rimozioni, senza sostituzione, affidate alla valutazione individuale di singoli funzionari. Oggi si parte da studi agronomici e paesaggistici, valutazioni sulle tecniche di intervento, si fa un bilancio ecosistemico e si interviene dopo la rimozione con nuove e più numerose messe a dimora di alberi al posto di quelli pericolosi che vengono sostituiti. È una novità assoluta - rivendica - l’Amministrazione sta investendo risorse pubbliche importanti per garantire che il quartiere San Lazzaro, considerato il giardino di Lecce, possa essere un quartiere sicuro, dal punto di vista della tenuta delle alberature, ma anche più verde di quanto non sia oggi. Partiamo da San Lazzaro per mettere in sicurezza con il tempo anche altri parchi o quartieri nei quali si registrano gli stessi problemi».
A scegliere quali alberi sostituiranno i pini che saranno rimossi è stato l’agronomo paesaggista Francesco Tarantino. L’obiettivo prefissato è quello di prediligere essenze autoctone o comunque naturalizzate in ambiente urbano (per esempio l’Eugenia mirtifolia, è stato spiegato, ha origini australiane ma ben si adatta al clima salentino), aumentando la biodiversità vegetale.
Ad essere piantati saranno quindi le specie di Ligustro, Ligustro variegato, Albero di Giuda, Photinia ed Eugenia. Si tratta di specie resistenti tanto agli stress climatici tanto alle fitopatie.
«I pini d’Aleppo - il commento dell’assessore all’Ambiente Angela Valli - considerata la loro grandezza, sono stati sistemati nella zona in maniera inopportuna. Nel quartiere ci sono marciapiedi larghi circa tre metri, mentre i pini, essendo di classe 1, dovrebbero essere utilizzati su marciapiedi larghi più di cinque metri. Da qui, quindi, la scelta di sostituirli con specie di classe 2 e di classe 3. Per le misure di compensazione, sono stati fatti calcoli puntuali che hanno tenuto conto del valore ornamentale dei pini e della perdita dei benefici ecosistemici (ambientali, socio-culturali ed economici) derivante dalla rimozione di 67 pini d’Aleppo».