GALLIPOLI - La polemica si tinge d’inchiostro. Una polemica che sarebbe stata l’ideale per discussioni sotto l’ombrellone ferragostano, anche se cronaca e politica lasciamo sempre meno spazio alla frivolezza che un tempo dilagava sui giornali costretti a ri-attualizzare, state dopo estate, la leggenda del mostro di Loch Ness. Quest’anno il “Mostro” è la Città Bella. È questa la sensazione che ha fatto insorgere molti cittadini e imprenditori, dopo un racconto della sua quotidianità estiva che ha provocato reazioni - garbate, almeno quelle della politica e degli imprenditori che hanno preso formalmente posizione - perché giudicato “parziale”.
“Gallipoli - ha scritto il sindaco Stefano Minerva in un lungo post sui social - è di una bellezza straordinaria, riconosciuta in tutto il mondo. È bene riconoscerlo e non umiliarlo più questo territorio: non è con le mortificazioni che si cresce, ma con delle critiche strutturate e costruttive. Ci sono parole e commenti che mi spingono a volere dire la mia, da primo cittadino di Gallipoli, città che amo profondamente e che un anno fa mi ha riportato nuovamente dinanzi ad una scelta, del restare o andare. Ed è proprio in virtù di quel restare, di quella scelta consapevole che mi ha spinto a continuare ad essere sindaco di Gallipoli, che oggi non posso più stare a guardare e a leggere un massacro mediatico gratuito, di alcuni, nei confronti della città”.
“Non posso fare a meno - continua - di citare il Corriere della Sera, un giornale rispettoso e rispettabile, che ieri (domenica, n.d.r.) a mio parere ha raccontato un degrado fasullo, senza contestualizzare, andando contro centinaia di articoli in cui sottolineano una Puglia particolarmente cara. Non posso tacere nei confronti di un articolo in cui si parla di un turismo in calo, quando in altre parti d’Italia i dati evidenziano, per alcune mete, un calo tra il 30 e il 50 per cento”.
Dove sta la verità? Il primo cittadino, che rivendica di avvalersi di un democratico diritto di replica ad un sacrosanto diritto di cronaca, risponde con una serie di interrogativi e con i numeri delle presenze. “È innegabile - sostiene - che i numeri, rispetto agli anni passati, siano leggermente più bassi, ma le ragioni non devono necessariamente essere accompagnate da un dito puntato nei confronti di qualcuno o di qualcosa. Dati alla mano, in particolare quelli relativi alla raccolta differenziata del comune di Gallipoli (perché per gli altri è ancora decisamente troppo presto), vorrei evidenziare il ribasso che vi è stato, per il mese di luglio e per agosto (ancora in corso), tra il 7 e il 15 per cento. Una percentuale complessiva che riporta alle presenze del 2018 e del 2019, per essere precisi, quindi dati di un “turismo buono”, non di un turismo che ha fallito”.
“Forse non è scontato dire - continua - che la nostra città sta seguendo un ordinario ciclo evolutivo che fa di una località una destinazione turistica: in tutti i manuali di destination marketing o di gestione delle imprese turistiche ricorre il tema del ciclo di vita di una destinazione turistica che deve fare i conti, prima o poi, con il fenomeno dell’inflazione, legato a diversi fattori. Altre destinazioni prima “sconosciute” che diventano valide alternative, il mutare dei trend e “delle mode”, l’evoluzione delle abitudini dei turisti e dei visitatori e la situazione economica degli stessi sono fattori da tenere in considerazione se si vuol fare veramente una lucida analisi”.
Poi, si diceva, gli interrogativi del sindaco. “Perché il Corriere non ha riportato la bellezza e il fermento del nostro centro storico, le nostre 13 Chiese e il relativo progetto “Chiese aperte”, il calendario di eventi che investono la città tutto l’anno senza sosta, le escursioni del Parco regionale di Punta Pizzo, la Bandiera Blu ottenuta per la qualità dei servizi, dei sacrifici fatti da tanti imprenditori e tanti giovani che investono per costruirsi un futuro? Perché, considerato che si parla di sballo, non si parla degli accessi dei giovani al Pronto Soccorso, dimezzati rispetto agli anni scorsi? Perché non si parla di tutte le ordinanze fatte a favore della legalità, delle aree parcheggio messe a disposizione dall’amministrazione comunale per garantire la mobilità? Perché non si parla della differenziata passata dal 12 ad oltre il 60 per cento? Perché si affianca all’articolo un’immagine datata che riporta una situazione distorta?”
“Mi dispiace, mi dispiace sinceramente per quanto letto. Mi sembra - conclude Minerva - che, più che un articolo di cronaca, sia una forzata ricerca per denigrare un luogo che con tanti sacrifici ce l’ha fatta e ce la sta facendo, rispetto a tanti altri luoghi d’Italia che guardano a Gallipoli come esempio. Non è tutto perfetto e tutto si può migliorare”.