LECCE - «Da qualche tempo è apparso, sulle nostre Mura Urbiche, un mega manifesto (circa nove metri per sei) raffigurante una delle opere più famose di Bansky, la bambina con il palloncino (Girl with Balloon). Un modo come un altro per pubblicizzare la mostra del famoso artista e writer britannico, considerato uno dei maggiori esponenti della street art, le cui opere saranno ospitate all’interno delle Mura da luglio fino a settembre. Peccato, però, che le Mura Urbiche siano un bene pubblico di notevole pregio storico - architettonico sottoposto a vincolo di tutela e, dunque, mal si prestino a fungere da mero supporto per ospitare la cartellonistica pubblicitaria, per di più di una società privata (Mediafarm Srl)».
È quanto sostengono i consiglieri comunali Gianpaolo Scorrano e Luciano Battista. «Dopo le svariate “inesattezze” contenute nella Deliberazione di giunta n. 185 del 18.05.2023 (dal Pef al nome, passando per la tempistica, i costi poco credibili e i mancati introiti per l’Ente), contestate in commissione XI di controllo e ammesse dalla stessa Dirigente del settore Cultura - aggiungono i due -, ecco che la mostra di Bansky torna a far parlare di sé, ancora una volta - purtroppo - in maniera negativa. Ci si chiede, infatti, chi abbia commissionato e come sia stato possibile per il Comune autorizzare l’installazione pubblicitaria che ci occupa, avente una superficie di circa 54 metri quadri, pari a quella di un mini appartamento con tutti i “comfort”. Un vero e proprio pugno nell’occhio, un colpo al cuore (non al palloncino) per i tanti turisti che, entrando in città, restano allibiti e sconfortati per non poter ammirare le mura cittadine nel suo complesso, impossibilitati persino a scattare una foto ricordo per la presenza di pubblicità inopportuna».
«Ma, soprattutto - affermano ancora -, ci si chiede se sia stato regolarmente acquisito il necessario nullaosta della Sovrintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, sempre così attenta a contestare al cittadino leccese anche la tipologia, il materiale e il colore della semplice targhetta della propria attività nel caso di edifici storici. Se così non fosse, come sembrerebbe scontato essere, si chiede al disattento Comune di Lecce, al nucleo di vigilanza edilizia, ai VVUU e al settore impianti pubblicitari - ognuno per quanto di propria competenza - di adottare i doverosi provvedimenti del caso e far rimuovere immediatamente l’inopportuno manifesto che certamente potrà trovare migliore allocazione in altri punti cittadini, meno impattanti e più dignitosi per una città d’arte che avrebbe il dovere di tutelare il proprio patrimonio artistico - storico e architettonico e non bistrattarlo come sin troppo spesso accade».
«In difetto - concludono -, preannunciamo sin d’ora che presenteremo apposita interpellanza al sindaco, oltre ad informare tutti gli organi preposti al controllo per la tutela dei monumenti e del decoro di una città che oramai è allo sbando sotto ogni punto di vista».