Movida selvaggia, scarsi controlli a causa del personale di polizia ridotto e il centro storico – per i residenti della zona – è lasciato in balia di se stesso. Anche dopo la recente ordinanza. Una replica – dicono gli abitanti - di quella dello scorso anno e – aggiungono - con problemi identici a quelli dello scorso anno.
La denuncia è del comitato dei residenti del centro storico. Che torna sulla nuova ordinanza anti movida voluta dal sindaco Carlo Salvemini. L’intento del primo cittadino era quello di fare sintesi tra le diverse esigenze: la preservazione della quiete pubblica, chiesta dagli abitanti, e la garanzia di adeguata tutela del volume d’affari estivo, come da volere degli esercenti del posto. Da qui l’ordinanza salomonica varata negli scorsi giorni. Con la previsione dello stop della musica a mezzanotte dalla domenica al giovedì e all’una il venerdì e il sabato. E con la chiusura dei locali, tutti i giorni, alle tre. Ma – è l’avvertimento dei residenti – il problema non è solo la musica. E il varo di un’ordinanza senza gli adeguati controlli è solo spot elettorale.
«Anche l’anno scorso – dice Isabelle Bernardini, presidente del Comitato per la tutela del centro storico - c’è stata una ordinanza per la movida che puntualmente non è stata rispettata. Quando lo abbiamo fatto presente ci è stato detto che la causa era la mancanza del personale della polizia locale. Ora a distanza di poco tempo abbiamo una ulteriore ordinanza che deve essere sempre fatta rispettare dalla polizia locale, quindi sempre da un organo che non ha personale sufficiente e che non può provveder a far rispettare i provvedimenti. Ci sentiamo veramente presi in giro».
La reprimenda non è solo per la musica ad alto volume, per cui già nelle scorse ore la presidente del Comitato aveva tacciato l’ordinanza di pleonasmo, vista la presenza del regolamento per la tutela del decoro varato dal consiglio comunale nel 2015. Ma per tutto ciò che ruota attorno alla vita notturna.
«La movida – aggiunge - non è solo una questione di rumore, ma ci sono tante altre cose. Tra cui i permessi dei tavolini all’esterno dei locali. Viene dato un permesso per 40 o 50 centimetri e poi questo puntualmente raddoppia. Quando uno deve tornare a casa sua deve passare sfiorando le persone. E deve battagliare con ragazzi non sempre educati. A me gridano vecchia e mi battono sul cofano della macchina. Dunque io faccio un giro enorme per evitare di subire queste cose. Poi i ragazzi bevendo per ore hanno l’esigenza di usare il bagno e per loro i bagni sono gli angoli delle strade ma anche i portoni delle abitazioni. La mattina trovo di tutto dinanzi al portone e dentro una corte che ho».
Poi la stoccata nei riguardi dell’amministrazione, rea – a detta di Bernardini – di dedicare scarsa attenzione alle richieste. «Quando facciamo presente le problematiche ci trattano come degli invasati, perché poi, pensano, tutto sommato già abbiamo il privilegio di abitare nel centro storico, ma assicuro che non è un privilegio. Siamo lasciati al nostro destino e francamente non mi sembra giusto».