LECCE - «Un’ordinanza di facciata. Basterebbe far rispettare il regolamento in vigore dal 2015». Il Comitato per la tutela del centro storico di Lecce ritiene, in rappresentanza dei residenti, che l’ordinanza che entra in vigore questa sera sia ininfluente per quanto riguarda la vivibilità. Il provvedimento dispone lo stop alla programmazione musicale nei locali pubblici alla mezzanotte dalla domenica al giovedì, all’una solo il venerdì e il sabato; i locali dovranno chiudere alle tre, tutti i giorni.
Ma i problemi per chi vive nel centro storico sono altri, ribadisce la presidente del Comitato, Isabelle Bernardini, riferendosi alle risse, ai rifiuti sparsi e vespasiani a cielo aperto lasciati dal popolo della notte, all’ingombro di tavolini e dehors nelle stradine, che rende difficoltoso il passaggio dei veicoli dei residenti e dei mezzi di soccorso e di polizia, alla mancanza di un costante presidio di vigilanza diurna e notturna.
Professoressa Bernardini, l’ordinanza che fa spegnere la musica nei locali a mezzanotte dalla domenica al giovedì, e all’una il venerdì e il sabato, soddisfa i residenti?
«A noi francamente sembra un atto inutile. Inasprire leggermente le regole già esistenti sulle emissioni sonore dei locali per i soli giorni dalla domenica al giovedì ci appare solo un provvedimento di facciata, come se non bastassero le disposizioni del vigente Regolamento comunale riguardante la vivibilità, l’igiene ed il pubblico decoro della nostra città, approvato dal consiglio comunale nel 2015. Per noi residenti, compresi quelli che lamentano la rumorosità dei locali, sarebbe più che sufficiente che si controllasse la corretta applicazione di tale Regolamento. Il che purtroppo non avviene, pare per presunta carenza del personale di vigilanza. E, poiché l’ordinanza prevede che la sua esecuzione “avverrà sotto il controllo e la verifica della Polizia Locale di Lecce”, viene spontaneo chiedersi pure come ciò sarà possibile, se consideriamo l’assenza degli auspicabili controlli puntuali e sistematici sull’applicazione del richiamato Regolamento».
Quali sono le altre richieste o esigenze, se ci sono?
«Le nostre esigenze si possono sintetizzare nella necessità di abitare il centro storico in modo sereno ed in condizioni di adeguata vivibilità. Le nostre principali preoccupazioni vanno ben oltre le non sempre regolari emissioni sonore dei locali. Ci riferiamo soprattutto alle risse, al post movida con rifiuti sparsi e vespasiani a cielo aperto, all’ingombro eccessivo di tavolini e dehors, che rende difficoltoso il passaggio dei veicoli dei residenti e dei mezzi di soccorso e di polizia, alla mancanza di un costante presidio di vigilanza diurna e notturna, all’assenza di servizi, come i bagni pubblici e quello navetta tra aree a parcheggio fuori porta ed il centro storico».
Avete avuto interlocuzioni con l’amministrazione comunale, negli ultimi mesi?
«Per nulla. L’amministrazione comunale evidentemente, ai fini perseguiti con l’ordinanza del sindaco, ha inteso confrontarsi direttamente con gli operatori commerciali e le loro associazioni e non anche con la categoria dei residenti del centro storico, della quale il nostro Comitato ha una forte rappresentatività. Forse, per l’occasione, ha ritenuto sufficiente l’esposto di alcuni residenti. Eppure, sarebbe stato comunque utile ascoltare la voce del nostro Comitato. Rimaniamo in ogni caso aperti al dialogo. D’altra parte, la nostra posizione è da sempre a favore della “buona movida” e dei locali - e non sono pochi - che vi contribuiscono. Inoltre, saremmo ben felici se il Comune pianificasse ed incentivasse l’apertura o, meglio, la riapertura delle botteghe artigiane nell’area antica della città. A noi, di fatto, interessa un centro storico, oltre che vivibile, pure vivo e vitale anche durante il giorno e non solo nelle ore notturne. In fondo, l’obiettivo del nostro Comitato è proprio quello di tutelare il meraviglioso centro storico di Lecce nelle sue diverse componenti ambientali, sociali, abitative ed occupazionali».