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Salento, nidi di tartarughe in spiaggia e vicino a un villaggio turistico

 
Toti Bellone

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Toti Bellone

Salento, nidi di tartarughe in spiaggia e vicino a un villaggio turistico

Sulla sabbia di Torre san Giovanni di Ugento e vicino a una struttura ricettiva

Lunedì 03 Luglio 2023, 05:14

UGENTO - Il litorale jonico salentino, si conferma luogo ideale per la deposizione delle uova di tartaruga Caretta Caretta, specie a rischio estinzione nel Bacino del Mediterraneo.

Nella giornata di sabato 1 luglio, due nidi sono stati individuati sulla spiaggia di Torre san Giovanni di Ugento, in località Fontanelle. Seguendo le tracce lasciate dalle pinne di un esemplare, all’alba, il primo è stato scoperto dai volontari del Seaturtle Watcher (Simone Potenza, responsabile, ed Antonio De Nuzzo), durante il monitoraggio della zona. A tarda sera, il secondo è stato invece scoperto da un gruppo di turisti ospiti del Robinson Hotel. Mentre al chiaro della luna piena, passeggiavano sul bagnasciuga, si sono imbattuti nella tartaruga intenta a scavare la sabbia per la deposizione delle uova.

In entrambi i casi, dal Museo di storia naturale di Calimera, è accorso il responsabile del Seaturtle, l’erpetologo Piero Carlino, e con l’aiuto degli inviati del Parco naturale regionale Litorale di Ugento e della Guardia costiera e la collaborazione degli operatori del campeggio Riva di Ugento, i due nidi sono stati messi in sicurezza, in recinti realizzati con pali di castagno e rete. Per il secondo, troppo vicino alla battigia, si è reso necessario lo spostamento delle 63 uova appena depositate, arretrandolo di alcune decine di metri.

La schiusa delle “preziose” uova, dovrebbe avvenire entro la fine di agosto. Dopodiché, le tartarughine di soli 5 centimetri, raggiungeranno il mare aperto, per nutrirsi e crescere sino a raggiungere il peso di 160 chili e la lunghezza al carapace di oltre un metro, e vivere sino a 80 anni. Raggiunta dopo 15-25 anni, la maturità sessuale, qualcuna tornerà anche sulle spiagge del Salento, jonica ed adriatica, contribuendo così, con le nuove covate, alla salvaguardia della specie Caretta Caretta (dal malese “karet”, guscio).

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