LECCE - La flat tax? La vara UniSalento per gli studenti e le studentesse over 65 o pensionati/e che vogliono riprendere gli studi. Per loro l’Ateneo salentino ha calibrato una tassazione ad hoc pari a 500 euro l’anno, indipendentemente dalla fascia di reddito. E non solo. Anche i giovani studenti ne avranno un beneficio. Gli introiti rinvenienti da questa tassazione saranno investiti per borse di studio destinate ai meritevoli meno abbienti. Testimonial d’eccezione della campagna “Non è mai troppo tardi”, rivolta agli over 65, sarà Francesca (classe 1932) che con i suoi 90 anni è la studentessa più anziana dell’Ateneo.
Una misura fortemente voluta dal rettore di UniSalento, Fabio Pollice, che spiega: «L’idea è quella di incentivare le iscrizioni di persone che, essendo in pensione e possedendo un diploma di scuola superiore, hanno tempo e voglia di riprendere gli studi frequentando un corso di laurea. Con l’allungamento della vita e l’invecchiamento della popolazione tende, infatti, ad aumentare la domanda di formazione universitaria da parte delle persone anziane, parliamo di persone in pensione o al di sopra dei 65. Nel nostro territorio le persone diplomate in pensione, potenzialmente interessate ad iscriversi ad un corso di laurea universitario, sarebbero diverse decine di migliaia e un programma specifico a loro dedicato potrebbe portare molte di esse ad iscriversi ai nostri corsi di laurea. In questo modo si contribuirebbe a migliorare il livello formativo e culturale della popolazione, ma anche il benessere delle persone che decideranno di cogliere questa opportunità. Non è infine secondario che si tratta di un progetto di solidarietà intragenerazionale che ha una notevole valenza sociale ed economica; ed è peraltro significativa anche su un piano simbolico».
Tra gli obiettivi che UniSalento si è prefissata, oltre alla solidarietà intergenerazionale, all’accrescimento del capitale sociale e del livello culturale del territorio, c’è anche la volontà di migliorare il benessere psicofisico degli anziani, incrementare il numero dei laureati, rafforzare l’immagine dell’Ateneo come bene comune. In provincia di Lecce risiedono 187.624 over 65, tra loro anche 248 ultracentenari, 2.049 alle soglie dei 100 anni, 9.311 fra i 90 e i 94 anni, 19.765 fra gli 85 e gli 89 anni, 31.121 fra gli 80 e gli 84 anni, 37.351 fra i 75 e i 79 anni, 48.612 fra i 70 e i 74 anni, 48.478 fra i 65 e i 69 anni. La Puglia, con una popolazione di 3.922.941 abitanti (al 2021), conta 1.025.000 persone in possesso di diploma. In pratica il 26 per cento dei pugliesi e delle pugliesi non ha proseguito gli studi della formazione superiore e i laureati sono una netta minoranza: 408 mila pari al 10,4 percento della popolazione.
Nel censimento che ha riguardato la provincia di Lecce nel 2020, c’è ancora una platea di analfabeti (9.463 pari all’1,3% degli abitanti); un 5,9 percento (42.761) di persone che sanno leggere e scrivere, ma non hanno un titolo di studio; un 18,1 percento (131.843) che ha la licenza elementare; il 30,2 (220.244) percento in possesso della licenza media; il 31,5 percento (229.999) in possesso di un diploma di scuola superiore; il 3,2 percento (23.552) diplomato Its o in possesso di laurea triennale; il 9,6 percento (70.052) in possesso di laurea magistrale a ciclo unico o biennale; solo il 3 percento dei residenti vanta un dottorato di ricerca (2.055). Non va meglio nel resto del Paese. Il 39 percento degli italiani non ha un diploma e gli analfabeti sono il 4,6 percento. L’Italia ha il record, negativo, tra tutti i paesi Ocse, della più alta incidenza di adulti in età lavorativa in possesso della sola licenza media.
Per il censimento 2020, l’Istat ha certificato che: «In Italia solo il 20,1% della popolazione (di 25-64 anni) possiede una laurea contro il 32,8% nell’Ue. Le quote di laureati sono più alte al Nord (21,3%) e al Centro (24,2%) rispetto al Mezzogiorno (16,2%), ma comunque lontane dai valori europei. Ampia distanza dagli altri paesi europei anche nella quota di popolazione con almeno un diploma (62,9% contro 79,0% nell’Ue27). La partecipazione degli adulti alla formazione è inferiore alla media europea, con differenze più forti per la popolazione disoccupata o con bassi livelli di istruzione». UniSalento ha l’ambizione di invertire la rotta, almeno per gli over 65.