LECCE - Corsa per abbattere le liste d’attesa nelle aree chirurgiche: poco più di novemila pazienti aspettano, ma nei primi sei mesi di quest’anno l’elenco si è assottigliato con 982 malati che hanno trovato risposta alla loro domanda di salute.
Il lavoro di Asl Lecce per dare più efficienza alla gestione degli interventi chirurgici, ha visto un primo effetto – senza impiego di risorse aggiuntive – che ha portato gli ospedali a gestione diretta Asl Lecce a smaltire il 9 percento delle operazioni chirurgiche in sospeso.
Le liste d’attesa non riguardano solo visite specialistiche ed esami diagnostici, infatti, ma anche gli interventi chirurgici la cui mole di arretrato (al primo gennaio 2023 l’elenco era lungo 10.049 pazienti) è frutto del mix dovuto alle restrizioni decise dalle autorità sanitarie per contenere il contagio da Covid pandemia e dall’altra, principalmente, la carenza di anestesisti come pure degli specialisti.
Come per le liste d’attesa di cui più diffusamente si parla, ossia visite ed esami, anche per gli interventi chirurgici ci sono quattro codici di priorità:
A (ricovero da effettuare entro 30 giorni), B (60 giorni), C (180 giorni), D (12 mesi). Sulle priorità C e D Asl ha ottime performance, mentre sulla A e la B deve accelerare per allinearsi ai valori soglia. Nel dettaglio, i tempi medi di attesa per il codice di priorità A sono di 44 giorni contro i 30 previsti, per B 74 (60), mentre il “miracolo” si concretizza con C (88 giorni di attesa contro i 180 previsti) e D (120 giorni di attesa contro i 12 mesi entro i quali si dovrebbe effettuare il previsto ricovero per intervento chirurgico).
Mediamente, quindi, calcolando tutti i tempi reali di attesa per codice di priorità, i pazienti aspettano 63 giorni. Va detto che il problema è nazionale. L’Emilia Romagna, ad esempio, al primo gennaio dello scorso anno, aveva da smaltire un arretrato di 67.291 interventi chirurgici (tra i vari codici di priorità) e il piano approntato dalla Regione prevede un riallineamento entro dicembre 2023. In Lombardia, nel primo trimestre 2023, l’ospedale di Bergamo, per il codice di priorità A, nel 22 percento dei casi ha tempi sforati per tumore maligno al seno, alla prostata (in questo caso la media dei giorni di attesa è di 111 giorni contro i 30 previsti), al colon (fuori tempo il 14% dei pazienti), polmone (10%).
Nell’elenco anche il melanoma dove l’attesa oltre il previsto riguarda il 13 percento dei casi, il by pass artocoronarico (20% fuori soglia), angioplastica coronarica (soddisfatta la domanda nei tempi previsti solo nel 54% dei casi), coronarografia (30% di pazienti in attesa oltre i 30 giorni), come accade al 24 percento di chi necessita di intervento chirurgico all’anca. Idem in Veneto dove si registrano attese fuori soglia: nell’11 percento dei casi per tumore maligno al seno, nel 50 percento per la prostata, nel 17 percento dei tumori alla tiroide, nel 50 percento delle neoplasie polmonari, nel 40 percento dei casi per il melanoma, nel 9 percento dell’agioplastica coronarica, nel 50 percento dell’endoarteriectomia carotidea, nel 50 percento delle colecistectomie laparoscopiche, nel 6 percento delle coronografie, nel 67 percento dei casi di riparazione ernie inguinali.
Se anche regioni dove i fondi e le risorse umane sono ben superiori a quelle disponibili per la Puglia forse il sistema ha bisogno di una generale riflessione. Ma certo il problema rimane e “mal comune, mezzo gaudio”, nel caso di specie non consola.
La ripartizione dell’elenco di ricovero per operazioni chirurgiche vede “fisiologicamente” in testa il “Vito Fazzi” di Lecce essendo ospedale di riferimento provinciale e con tutte le branche specialistiche. Al primo gennaio 2023 il Fazzi contava 5.535 ricoveri in sospeso, seguito dall’ospedale di Galatina (1.843), poi Gallipoli (933), Scorrano (755), Casarano (590), Copertino (393). Attualmente la situazione è la seguente: Fazzi 4.869 ricoveri in predicato (smaltiti 666), seguito da Gallipoli 657 (276 effettuati), Copertino 243 (150 fatti), Casarano 580 (10 fatti), Scorrano 748 (7 effettuati).
Chi più, chi meno, hanno tutti “aggredito” l’elenco delle liste d’attesa per interventi chirurgici, con l’unica eccezione dell’ospedale di Galatina che ha peggiorato il dato: era a 1.843, ora sono 1.970 i pazienti in attesa..