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Lecce, bimbo travolto sulle strisce vicino alla scuola

 
Redazione Lecce

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Lecce, bimbo travolto sulle strisce vicino alla scuola

La dirigente scolastica: «Avevamo già chiesto di chiudere via Carrara»

Martedì 23 Maggio 2023, 13:04

LECCE - Una macchina parcheggiata malamente da un genitore, in modo da ostruire la visuale di chi attraversava e della macchina in transito: l’attraversamento del bambino, studente di scuola primaria, costeggiando le strisce pedonali e l’impatto, fortunatamente a velocità moderata, con l’auto in corsa. Questa la ricostruzione dell’incidente avvenuto nella mattinata di ieri davanti all’istituto Stomeo Zimbalo. Vittima un bambino di 10 anni, che avrebbe riportato una frattura dopo essere stato investito da un’auto in transito in via Carrara mentre attraversava la strada nella direzione dell’ingresso della scuola. Davanti a lui la madre, che lo precedeva accompagnando le sorelle. A guidare l’auto un anziano, che - come il bambino investito - avrebbe avuto la visuale ostruita dal dorso di una macchina, parcheggiata sopra lo scivolo posto dinanzi alle strisce pedonali. La guidatrice, madre di un bambino dell’istituto, sarebbe poi stata aggredita verbalmente dagli altri genitori per il parcheggio selvaggio che avrebbe favorito l’incidente. Allertato il sindaco, a colloquio con la preside una volta informato dell’accaduto.

«Con il sindaco - spiega la dirigente dell’istituto, Elisabetta Tundo - abbiamo concordato che l’amministrazione intervenga o per la chiusura del transito del tratto di via per le ore di ingresso e uscita, o eventualmente con altri provvedimenti. Di base c’è un po’ di disattenzione da parte dei genitori. Tutti cercano di arrivare quanto più vicino possibile a scuola e parcheggiano incautamente. All’inizio dell’anno abbiamo fatto richiesta alla polizia municipale per avere la sorveglianza dei vigili, e mi avevano detto che non avevano sufficiente organico».

Sull’accaduto nessuna colpa, ma solo un invito della dirigente a una maggiore prudenza. «Sono cose che possono accadere, ma – aggiunge - non è la strada ad essere insicura, ma è l’uso che facciamo che la rende più o meno sicura. Si tratta di educare all’uso civico di tutto ciò che abbiamo»

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