All’uscita dell’asilo ha visto il figlio bagnato della sua pipì e si è scatenato... l’inferno.
Accade a Racale, dove una mamma ha preso di mira una maestra proprio perché il figlioletto le era stata consegnato con qualche goccia di pipì.
La donna si era recata a scuola per riprendere il figlio e portarlo a casa.
Sta di fatto che ne è nata una discussione accesa con la maestra con tanto di offese e - successivamente - anche un post sui social.
La maestra, secondo la mamma del piccolo, avrebbe dovuto evitare che il figlio si facesse la pipì addosso.
Proprio questo episodio è stato poi all’origine del putiferio e delle polemiche alimentate con un post che ha ottenuto like ma anche dissensi, perché più di qualcuno si è schierato con la maestra.
Di certo, l’insegnante è finita al centro delle polemiche dei suoi concittadini incrinandone la sua credibilità e la reputazione.
La vicenda alla fine è approdata dinanzi ad un giudice che ha condannato la mamma, difesa dall’avvocata Anna Maria Ciardo, al pagamento di 1000 euro di multa per il commento pubblicato sui social per diffamazione aggravata ma.
Era novembre del 2016 quando la giovane donna si era presentata nella scuola dell’infanzia per prelevare il figlioletto che in quel momento era in bagno. Quando ha visto che il grembiule era bagnato di pipì, nonostante le attenzioni della maestra, ha cominciato ad inveire: “Non servi a niente, non sei capace nemmeno di tenere i figli tuoi figurati quelli degli altri”.
La maestra ha fatto finta di non sentire quegli insulti. Come se non bastasse, la giovane mamma ha anche paventato la possibilità di inserire il figlio in un’ altra sezione o cambiare scuola.
La maestra ha anche cercato un chiarimento che non è mai arrivato, anzi. Nel corridoio della scuola la giovane mamma avrebbe detto ancora: “Ringrazia Dio se non ti ho fatto una faccia da schiaffi”, offendendo anche un collaboratore scolastico che cercava di fare da paciere.
Come se non bastasse, questa mamma ha pubblicato un post sul proprio profilo Facebook: “Sei brava soltanto a fregarti lo stipendio, accendi un cero in chiesa se oggi non ti ho picchiato, tempo al tempo mia cara e avrò le mie soddisfazioni”.
La maestra non si era neanche accorta di tale post ma altre mamma avevano provveduto ad informarla. Così, la vicenda è finita davanti al giudice.