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Santa cesarea, scoppia la rivolta: «Le terme non possono essere svendute»

 
Giovanni Nuzzo

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Giovanni Nuzzo

Santa Cesarea Terme

Santa Cesarea Terme

Critiche al vetriolo sul bando pubblico. Il consigliere regionale Casili (M5S): «Troppo pochi 340.000 euro»

Giovedì 05 Gennaio 2023, 13:27

SANTA CESAREA TERME (Lecce) - Dopo l’approvazione da parte del Comune del bando pubblico per individuare la gestione della società “Terme”, insorgono associazioni, consiglieri comunali di opposizione e la stessa Regione Puglia, che si è riservata di decidere. Il Bando prevede che il concessionario pagherà per 40 anni alla Terme Spa un canone fisso di 340 mila euro all’anno, la cui somma verrà girata poi alla Regione.

Scende in campo il consigliere regionale Cristian Casili (M5S): «Su quali basi è stato definito il canone per la gestione? Troppo pochi 340.000 euro». Il vice presidente del Consiglio regionale sottolinea che ha sempre sostenuto fin dalla passata legislatura la necessità di individuare un soggetto privato dalle comprovate capacità economiche, imprenditoriali e manageriali in grado di gestire e valorizzare un patrimonio di così inestimabile valore come le Terme. «Oggi leggiamo dell’approvazione in Comune del bando per la gestione del complesso termale -continua - dopo una serie di gare deserte che avevano lo scopo di raggiungere questo obiettivo e dopo una serie di proroghe richieste dal Comune alla Regione che detiene il 50,4% delle quote della Società. Ritengo non congruo con il valore complessivo in gioco delle Terme. Come è possibile cedere tutti i beni a un canone di 340 mila euro l’anno se pensiamo che piccole e modeste strutture turistiche di 6 camere vengono date in gestione a 20 -25 mila euro? Quali sono le valutazioni fatte? Pensiamo cosa può sviluppare il solo albergo Palazzo, che conta 75 camere, se ben gestito. Poi c’è lo storico stabilimento balneare Caicco solo per citare una piccola parte dei beni. Domande - afferma Casili - a cui spero l’amministrazione dia una risposta». Le Terme non possono essere svendute in questo modo conclude il consigliere. «Occorre far chiarezza sulla programmazione futura e sugli interventi da fare di coloro che ne acquisiranno la gestione».

Sbottano anche le associazioni locali. «Qui nel nostro territorio - ribadisce il presidente Ninì Galati dell’associazione Amici del Belvedere - purtroppo non sono fiorite assemblee popolari con il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte pubbliche. Incontri popolari e dibattiti pubblici mai promossi. Quanto è stato deciso dal Comune, associazioni, comitati, titolari di esercizi commerciali e turistici non sono stati mai ascoltati su tematiche importanti. C’è poi poca chiarezza tra Regione e Comune e non siamo mai riusciti a sapere nulla di questo bando internazionale che si trascina da anni. Sono convinto che si perderanno altre stagioni per il rilancio termale».

L’amaro sfogo è anche condiviso dal consigliere comunale Francesco Elia dell’opposizione “Costruiamo insieme il futuro”. «Abbiamo chiesto in consiglio che ne sarà dei dipendenti? e dalla discussione in aula è emerso che il tema verrà trattato nella 2° fase di gara con proposte migliorative rispetto ai 24 mesi di garanzia previsti dalla legge. Infine abbiamo avanzato alcune proposte migliorative nel bando con l’impegno di accelerare le opere di urbanizzazione dell’area del Nuovo centro termale abbandonato da anni, per sollecitare lo sviluppo di tutta l’area».

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