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«Aiuto alla chiesa che soffre»: un leccese in soccorso dei cristiani perseguitati

 
Monica Carbotta

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Monica Carbotta

«Aiuto alla chiesa che soffre»: un leccese in soccorso dei cristiani perseguitati

Alessandro Monteduro è il direttore del progetto

Venerdì 30 Dicembre 2022, 13:49

Sono circa mezzo milione, si stima, i cristiani perseguitati. Cifra da capogiro in un mondo che registra così radicali differenze di risorse, ricchezze e libertà. Una contraddizione dell’epoca moderna, così avanzata eppure così povera. “Aiuto alla Chiesa che soffre” da 75 anni si adopera per alleviare le sofferenze dei cristiani perseguitati. Alessandro Monteduro, lei dirige ACS, la può presentare?

«Aiuto alla Chiesa che Soffre è un’organizzazione cattolica fondata nel 1947 ed eretta a Fondazione di diritto pontificio da Benedetto XVI nel 2011. Si articola in un Segretariato generale con sede in Germania ed in 23 Sezioni presenti in altrettante nazioni, tra cui l’Italia. Sostiene e protegge i fedeli cristiani ovunque siano perseguitati, oppressi o nel bisogno».

Come agisce ACS?

«ACS agisce attraverso i progetti».

Cosa comprendono questi progetti?

«Questi progetti comprendono tra l’altro: aiuti di emergenza in situazioni di guerra, fuga dai conflitti, violenza e catastrofi naturali; costruzione e ricostruzione di chiese ed infrastrutture per il culto; sostegno ai media per la diffusione della fede. Una menzione particolare merita la celebrazione delle Messe da parte di sacerdoti perseguitati o poveri secondo le intenzioni dei benefattori. I bisogni che registriamo spaziano quindi dai bisogni primari alle cure mediche, dalle necessità spirituali a quelle della formazione dottrinale».

Che tipo di aiuto il cittadino può dare?

«Il tipo di aiuto che il cittadino può dare è triplice: attraverso la preghiera, attraverso la condivisione di informazioni sulla persecuzione contro i cristiani ed attraverso le donazioni che possono essere effettuate anche tramite il nostro sito acs-italia.org».

ACS riceve donazioni solo da privati?

«ACS riceve donazioni solo da benefattori privati, quindi, tranne casi sporadici e documentati, non riceve alcun finanziamento pubblico. Ed a differenza della maggior parte delle organizzazioni caritative che si occupano di bisogni sociali, ACS si dedica al sostegno delle comunità e delle Chiese locali, promuovendo così la virtù della carità cristiana».

La provincia di Lecce come risponde a questi bisogni?

«La provincia di Lecce contribuisce con generosità alla nostra missione. Penso in particolare ai contributi di alcune comunità religiose ed a tanti sacerdoti, oltre a molti laici cattolici. Ogni volta che firmo una lettera di ringraziamento per una donazione proveniente dal Salento mi sento fiero della solidarietà di tanti leccesi e salentini che contribuiscono a lenire la sofferenza di tanti cristiani perseguitati, discriminati o poveri».

In quanti paesi operate in questo periodo? Quali sono le situazioni più gravi del momento?

«Nel 2021 abbiamo finanziato 5.298 progetti in 138 Paesi. Quanto alle situazioni più gravi, penso ai 24 Paesi in cui le violazioni della libertà religiosa destano particolare preoccupazione: Afghanistan, Arabia Saudita, Cina, Corea del Nord, Egitto, Eritrea, Etiopia, India, Iran, Iraq, Israele ed i Territori Palestinesi, Maldive, Mali, Mozambico, Myanmar, Nigeria, Pakistan, Qatar, Russia, Sri Lanka, Sudan, Siria, Turchia e Vietnam. Secondo i contenuti dell’ottava edizione del nostro Rapporto “Perseguitati più che mai”, nel 75% dei 24 Paesi esaminati l’oppressione o la persecuzione dei cristiani è aumentata. L’Africa in particolare registra un forte aumento della violenza terroristica, a causa della quale oltre 7.600 cristiani nigeriani sarebbero stati assassinati tra gennaio 2021 e giugno 2022. In Mozambico Al-Shabab ha intensificato la sua campagna di terrore, uccidendo i cristiani, attaccando i loro villaggi ed appiccando il fuoco alle chiese. Il gruppo, affiliato allo Stato Islamico (ISIS), ha provocato la fuga di oltre 800.000 persone e la morte di altre 4.000. In Asia l’autoritarismo statale ha portato ad un peggioramento dell’oppressione, anzitutto in Corea del Nord, dove fede e pratiche religiose sono ordinariamente e sistematicamente represse. Il nazionalismo religioso ha innescato crescenti violenze contro i cristiani asiatici, basti pensare ai gruppi nazionalisti hindutva e singalesi buddisti, attivi rispettivamente in India e Sri Lanka. In Cina le autorità hanno aumentato la pressione sui cristiani mediante arresti indiscriminati, chiusura forzata delle chiese ed uso di sistemi di sorveglianza oppressivi. Dallo studio di ACS emerge anche che in Paesi diversi come l’Egitto ed il Pakistan le ragazze cristiane sono abitualmente soggette a rapimenti e stupri sistematici».

Quale situazione emblematica che ha vissuto in prima persona le viene in mente?

«Mi viene in mente Batnaya, cittadina dell’Iraq settentrionale a circa 24 km da Mosul, occupata dall’ISIS dall’agosto 2014 al novembre 2016. Quando l’ho visitata, nel marzo 2017, era un villaggio spettrale ed ancora invasa dalle mine antiuomo.Durante l’invasione da parte dei jihadisti, per scampare alla morte, le 950 famiglie cattoliche che l’abitavano si rifugiarono nel Kurdistan iracheno dove furono accolte ed assistite dalla Chiesa locale».

E al loro rientro?

«Al loro rientro i primi nuclei familiari tornati dopo la liberazione dall’ISIS si è manifestata una realtà sconfortante: oltre due terzi delle case erano state distrutte, stessa sorte avevano subìto le infrastrutture sociali e religiose. Non esisteva più neanche l’asilo delle suore di Santa Caterina da Siena, frequentato da oltre 120 bambini. Per favorire il lento ma costante rientro delle famiglie era necessario ricostruire non solo le case, ma anche le altre strutture«.

Cosa avete realizzato?

«Abbiamo realizzato l’asilo che oggi ha una superficie di 450 mq e che a pochi mesi dalla riapertura è frequentato da 27 bambini. Con oltre 210.000 euro di donazioni i benefattori italiani ne hanno consentito la ricostruzione, assicurando ai bimbi di Batnaya uno spazio per il gioco e per l’istruzione. A farlo rinascere hanno contribuito oltre 1.000 fedeli di 56 parrocchie italiane che dal giugno 2021 sono state tappa del pellegrinaggio della Madonna di Batnaya profanata dall’ISIS e che, ancora con i segni di quanto subito, è stata accolta da una commovente devozione».

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