ACQUARICA DEL CAPO - Se avessero voluto ammazzarlo, avrebbero avuto mezzi, modalità e condizioni favorevoli per farlo. È più probabile che quello all’indirizzo di Francesco Guida, 62 anni di Acquarica del Capo, fosse un avvertimento. Seppur di quelli che lasciano il segno. Sul serio. L’uomo infatti, gestore di un parcheggio nei pressi di un lido di Torre San Giovanni, mercoledì sera è stato raggiunto da cinque colpi d’arma da fuoco, due dei quali andati a segno. Una vicenda dai contorni nebulosi, costellata di numerose incongruenze almeno per quanto attiene al racconto, parziale della stessa vittima. Cui si aggiungono altri dettagli che non convincono gli investigatori che stanno lavorando a più mani e su diversi fronti. Per gradi.
Il ferimento risale suppergiù alle 18 della vigilia dell’Immacolata. Più tardi il 62enne, che non ha precedenti di polizia, si è presentato ferito al pronto soccorso dell’ospedale di Tricase. Aveva due ferita da pistola, all’altezza dell’addome. Stando a quanto trapelato, sarebbe stato accompagnato dal figlio. Non è chiaro se fosse con lui al momento dell’agguato o se l’abbia contattato in un secondo momento chiedendo aiuto. Anche su questo sono al lavoro le forze dell’ordine.
I medici, verificata la gravità delle ferite, hanno sottoposto Guida a un delicato intervento chirurgico e contattato le autorità che hanno avviato subito le indagini. Coperte da riserbo totale ma non lontane dalla verità. L’uomo è fuori pericolo di vita, ha riportato lesioni a milza e a un rene ma ce la farà. Questo è certo. La parziale ricostruzione del ferimento porta a due uomini, giunto a bordo di una motocicletta. Indossavano caschi integrali, quello seduto dietro al conducente ha esploso cinque colpi contro il parcheggiatore, due sono andati evidentemente a segno, poi dei due si sono perse le tracce. Le ricerche dei militari si concentrano tra Torre San Giovanni e Taviano. La vittima si è forse presentata ad un appuntamento rivelatosi una trappola? O è stato colto di sorpresa? C’era forse una questione da sistemare con qualcuno e l’incontro è degenerato? Sono solo alcuni degli interrogativi su cui sono al lavoro gli investigatori.
Il racconto del 62enne è importante, come fondamentali potrebbero essere eventuali filmati catturati da telecamere se risultasse che hanno ripreso la moto fantasma. Ma anche una attenta analisi del contesto reale in cui è maturato il ferimento. Non di poco conto il dettaglio che nell’attività investigativa si siano aperte differenti direttrici, e nella ridda di ipotesi al momento formulate da chi sta indagando, quella più battuta esclude l’effetto sorpresa. Ambiti? Tutti e nessuno. Dalle situazioni talvolta opache che ruotano attorno alla gestione dei parcheggi nelle località turistiche a questioni di danaro fino agli stupefacenti. Tutto sotto la lente d’ingrandimento dei militari e della procura della Repubblica di Lecce. Gli stessi investigatori daranno risposte partendo intanto dalla ricostruzione esatta dei fatti e dall’incastro delle tessere che per ora non collimano.