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Salento, c’è aria da tutto esaurito per Pasqua e Pasquetta

 
Alberto Nutricati

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Alberto Nutricati

Salento, c’è aria da tutto esaurito per Pasqua e Pasquetta

«Sta riprendendo il turismo straniero: si rivedono inglesi e americani»

Domenica 27 Marzo 2022, 10:56

Si preannuncia una Pasqua da tutto esaurito o quasi per le strutture ricettive leccesi. Le prenotazioni ci sono e ci si aspetta un’impennata sottodata, così come avvenuto in estate.

«Ad oggi - dice Andrea Montinari del gruppo Vestas Hotels - le prenotazioni stanno procedendo molto bene. Si tratta di piccoli gruppi organizzati italiani che già conoscono la destinazione e la struttura. Per il turismo individuale e indipendente c’è poco movimento, anche se è ancora un po’ presto per qualsiasi tipo di previsione. Ci aspettiamo un po’ di prenotazioni sottodata, così come avviene ormai da un po’ di tempo. Visto il periodo incerto, la gente non è propensa ai viaggi, men che meno alla organizzazione anticipata. Il dato confortante è che ci sarà del movimento e questo lascia ben sperare per la stagione. Detto ciò, gli stranieri, per noi importantissimi, ancora non si vede».

Nonostante le assenze degli stranieri, si prevede il pienone in diverse strutture.

«Noi siamo abbastanza pieni - dichiara Ludovica Doria dell’Hotel Delle Palme - non solo a Pasqua, ma anche per tutto il periodo che verrà, sino a maggio e giugno, soprattutto con prenotazioni di gruppi, attraverso agenzie. Si tratta generalmente di gruppi che hanno dovuto riprogrammare soggiorni previsti per lo scorso anno e poi slittati a causa del Covid. È una politica che abbiamo voluto adottare, dando la priorità a chi aveva prenotato ed è stato costretto a posticipare il soggiorno. Navigando nell’incertezza, abbiamo dovuto agire diversamente dalle logiche di programmazione adottate sino al 2019. Abbiamo voluto riservare larga parte delle nostre camere a questi clienti».

Che qualcosa si stia muovendo lo conferma anche Giancarlo De Venuto, general manager dell’Hilton Garden Hotel.

«Quello pasquale - commenta De Venuto - è un turismo di prossimità che, in questo momento, è ancora limitato, sia per i timori legati al Covid sia per l’incertezza dovuta agli effetti della guerra. L’aumento della benzina e dei trasporti incidono sulla propensione alla spesa. Di contro, finalmente sta riprendendo il turismo straniero, probabilmente in conseguenza delle diminuzioni delle restrizioni dal primo aprile. Si cominciano a rivedere gruppi di inglesi e americani, che non vedevamo da oltre un anno. Lecce per fortuna è una città che ha mille facce dal punto di vista turistico: arte, turismo congressuale, cinema. Mentre parliamo, stiamo lavorando con delle troupe cinematografiche, che vanno ad aumentare l’occupazione nei peridi di bassa stagione».

Peraltro, Lecce sembra aver retto, là dove in altre città d’Italia, molto più grandi e attrezzate, numerose strutture ricettive hanno dovuto chiudere i battenti.

«Lecce – continua De Venuto – ha vinto la battaglia, arginando difficoltà che le grandi città d’arte d’Italia non hanno saputo superare indenni. A Lecce le strutture hanno continuato a lavorare. In città come Roma, Venezia, Firenze, il 75-80 per cento delle strutture del centro storico ha preferito chiudere e sta ripartendo adesso. Da noi, il danno forse è maggiore nelle località balneari che si aspettavano di ripartire da Pasqua».

A fare la differenza, tanto nel periodo pasquale quanto in quello successivo, saranno la fase post-pandemica e gli sviluppi sul fronte della guerra.

Di questo avviso Stefania Mandurino, del consiglio di presidenza nazionale Aidit Confindustria.

«Sia in entrata che in uscita - spiega la Mandurino - persiste il livello di incertezza determinato dalla pandemia e, soprattutto, dalla situazione bellica. C’è tanto desiderio di muoversi, ci sono tante richieste, che però si concretizzano sino a un cento punto. Le conferme che seguono alle richieste di informazioni sono una percentuale minore rispetto ad altri momenti. In entrata, si registrano principalmente italiani in piccoli gruppi, coppie, famiglie, amici. Insomma un turismo poco organizzato e di prossimità. Questo vale anche per l’outgoing, sicché gli stessi salentini decidono di fermarsi in l’Italia o di spostarsi in qualche città europea o extraeuropea ritenuta sicura, in primis Spagna e Dubai. Si respira un clima di incertezza, il timore è che la crisi economico-finanziaria possa gravare in modo particolare e che possa impattare su una serie di spese tra le quali quelle turistiche. Questo, inutile dirlo, sta preoccupando noi operatori. Ci auguriamo che la situazione migliori».

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