Lecce - La pandemia frena ancora le celebrazioni di Sant’Oronzo. Anche per quest’anno i fedeli dovranno rinunciare alla processione in occasione delle festività dei santi patroni dei prossimi 24, 25 e 26 agosto. Questa la scelta che l’arcivescovo, monsignor Michele Seccia, è orientato a fare, in considerazione di un’emergenza sanitaria non ancora sopita.
L’arcivescovo metropolita spiega che può procedere alle decisioni di competenza della Curia, non di quelle riguardanti i festeggiamenti civili, che competono all’amministrazione comunale. «Non nascondo che abbiamo ricevuto le lamentele dei lavoratori delle luminarie - fa sapere monsignor Seccia - ma, purtroppo, possiamo decidere solo quanto di nostra competenza. Non posso vietare nè consentire alcunchè. Posso però dire con certezza che non si possono fare le processioni. Anche se solo pensassimo al cinquanta per cento dei consueti partecipanti, l’assembramento sarebbe fuori da ogni comportamento consentito».
Dunque, come l’anno scorso, niente processione. «Sto ancora valutando se sarà possibile celebrare la messa in piazza, con le sedie a debita distanza, oppure in chiesa - aggiunge l’arcivescovo - Probabilmente celebreremo solo in chiesa e poi faremo uscire in piazza solo la statua di Sant’Oronzo e dei patroni per una preghiera alla città. Accontentiamoci anche per quest’anno della celebrazione al mattino al santuario del martirio, e poi in cattedrale, per la celebrazione del pontificale».
In questi giorni, il confronto in città sta riguardando anche la sistemazione della statua restaurata di Sant’Oronzo, che, ora, si trova nell’atrio di Palazzo Carafa (dove era stato allestito il laboratorio di restauro), e l’avvio di una raccolta fondi con una sottoscrizione, da parte dei cittadini, per la realizzazione della copia della statua da collocare sulla colonna, nell’omonima piazza.
«Per sostenere le spese di realizzazione della copia e la sistemazione della statua originale - aveva fatto sapere il sindaco Carlo Salvemini qualche giorno addietro - lanceremo con la Curia una pubblica sottoscrizione attraverso lo strumento dell’Art Bonus, che consente di effettuare donazioni in favore di enti pubblici finalizzate alla conservazione dei beni culturali: ciascun cittadino potrà contribuire a questa impresa, avendo la possibilità di legare il proprio nome a quest’opera, con una azione che per moltissimi assumerà un forte valore devozionale».
Da parte sua, l’arcivescovo ritiene che la statua originale restaurata possa rimanere nell’atrio del Comune se, però, sarà possibile trovare la maniera di renderla fruibile ai fedeli ed ai visitatori anche fuori dagli orari d’ufficio, ai quali ora è costretta. Monsignor Seccia condivide anche l’ipotesi, suggerita da più parti, di collocare la statua all’interno del Sedile, nelle immediate vicinanze della colonna.
È scontato che non potrà tornare in cima alla colonna, all’esterno, a causa del deterioramento procurato dagli agenti atmosferici. «Lo vedo pure sulle statue dei patroni che custodiamo al Duomo e che portiamo fuori solo in processione - fa sapere l’arcivescovo - Sulla lamina d’argento ho notato segni di corrosione che sono stati subito bloccati dagli interventi dei restauratori».
La Soprintendenza aveva già comunicato, a tempo debito, che il luogo di musealizzazione dovrà essere concordato e che si riservava di dare indicazioni per garantire la sicurezza, la corretta conservazione e la fruizione del manufatto.
Quanto alla copia, «dovrà essere progettata sulla base di un rilievo fotogrammetrico o laser scanner per garantire la fedeltà all’originale, rispettando pienamente le dimensioni, la volumetria e la resa estetica, valutando con la Soprintendenza la possibilità di non riprodurre tutti i segni lasciati dagli innumerevoli interventi sulla superficie, per evitare di creare un falso».