Negli anni alla guida di UniSalento, il professor Vincenzo Zara non ha mai nascosto la sua stima e ammirazione per il neo ministro della Transizione ecologica del Governo Draghi, Roberto Cingolani.
Zara, rettore dell’Accademia salentina dal 2013 al 2019, ordinario di Biochimica, impegnato su vari fronti istituzionali (è coordinatore del Laboratorio permanente sulla didattica della Fondazione Crui, capo della delegazione italiana, su designazione del Ministero dell’Università nella European Higher Education Area, componente di vari tavoli di lavoro ministeriali sui temi della didattica universitaria, esperto dell’Anvur) esprime piena soddisfazione per la nomina di Cingolani, convinto che abbia le potenzialità «per fare un eccellente lavoro per il Paese».
Professore, nel marzo del 2019, in qualità di rettore, lei ha scelto il professor Roberto Cingolani, allora direttore dell’Iit di Genova, per la lectio magistralis del 64° anno accademico di UniSalento. Come è nata la scelta di Cingolani?
«Apparve subito coerente con il tema dell’inaugurazione dell’anno accademico che era “Ricerca è futuro”. Mai locuzione fu più profetica in quanto quello che sta accadendo oggi, con il neonato governo Draghi e con l’importante partecipazione del ministro Cingolani, sottolinea l’importanza della ricerca per la sostenibilità presente e futura di tutte le nostre attività. Inoltre, non era la prima volta che Roberto Cingolani partecipava ad iniziative di UniSalento durante il periodo del mio rettorato. Infatti, già nel febbraio del 2015, in occasione delle celebrazioni per il 60° anniversario dell’Università del Salento, aveva tenuto un’ottima relazione con una grande partecipazione di studenti e famiglie».
Nel 2001 il neonato Centro nazionale di nanotecnologie, ubicato nel complesso del “Fiorini”, era già stato selezionato per pilotare la ricerca di punta dell’Istituto Nazionale per la Fisica della Materia (Infm). Da allora UniSalento ha avuto nelle nanotecnologie un polo di eccellenza. Cosa pensa dell’operato di Cingolan per l’ateneo salentino?
«Ha contribuito in maniera significativa alla nascita e allo sviluppo del polo delle nanotecnologie a Lecce. Il suo impulso iniziale ha contribuito a creare non solo un polo di eccellenza dal punto di vista delle metodologie innovative e delle sofisticate attrezzature presenti a Lecce ma anche dal punto di vista dell’incubazione di una squadra di allievi che hanno poi “messo radici” sia nella nostra Università sia in centri di ricerca (Iit, Cnr, ecc.) che sono in forte collaborazione con la nostra Università».
Oltre ad essere stato il rettore di UniSalento lei è un docente di Biochimica. Ci sono state delle collaborazioni con il team di Cingolani, ed in che ambito?
«Certamente, abbiamo avuto e continuiamo ad avere importanti collaborazioni con vari allievi facenti parte dell’originario team di Roberto Cingolani, creando un connubio stretto tra aspetti prettamente biochimici, legati al metabolismo delle biomolecole, e approcci molto sofisticati dal punto di vista tecnologico e applicativo. In particolare, la nostra collaborazione è stata ed è finalizzata allo studio di nuovi marcatori biochimici per la nano-diagnostica dell'infertilità maschile, con lo scopo di realizzare dei dispositivi diagnostici che permettano un approccio innovativo all’esame del liquido seminale. Ciò ha portato alla pubblicazione dei risultati su importanti riviste scientifiche internazionali».
C’è chi sostiene che UniSalento non abbia saputo “trattenere” il professor Cingolani e lo abbia lasciato andare via.
«Alcune volte, e questo credo accada in vari contesti lavorativi, si creano delle situazioni che non consentono di valorizzare opportunamente le capacità di chi vi lavora e come ovvia conseguenza vi è lo spostamento verso altri lidi. Difficile dire “chi” abbia causato “cosa” e “perché”, forse solo i diretti interessati sanno come sono andate effettivamente le cose. Comunemente si dice che quando qualcuno emerge troppo, il sistema intorno a lui cerca di ripristinare l’equilibrio turbato, ostacolandolo».
Qual è a suo avviso l’eredità che ha lasciato il professor Cingolani nell’ateneo salentino?
«Certamente un’eredità importante, tangibile oltre che affettiva, per tutti coloro che hanno lavorato e continuano a lavorare con lui. Soprattutto un esempio importante: non bisogna avere limiti nelle proprie aspirazioni se esse sono dettate e guidate da una solida competenza scientifica e da doti umane di grande equilibrio».
Qual è l’augurio che fa al suo ex collega e se dovesse chiedergli un impegno per UniSalento e per il territorio in generale, cose gli chiederebbe?
«L’augurio, ovviamente, è di fare sempre bene come ha fatto finora, anzi, forse, ancora di più trattandosi di un ministero chiave voluto dal premier Draghi e necessario sulla base delle emergenze non solo del nostro sistema Paese ma anche dell’ecosistema a livello globale. Inoltre, non credo sia necessario chiedergli qualcosa in quanto Roberto Cingolani ha sempre avuto una sensibilità e un’attenzione particolari nei confronti della nostra comunità scientifica. Sono certo che egli saprà chiedere, se necessario o opportuno, il nostro contributo ricambiando non in termini di sussidi ma in termini di coinvolgimento dei nostri ricercatori e del nostro territorio in un’ottica complessiva di crescita e di sostenibilità. Ricordiamo che gli obiettivi della sostenibilità dell’Agenda Onu 2030, molto spesso declamati perché fanno “tendenza”, richiedono invece un impegno serio e costante al fine di assicurare la sopravvivenza stessa dell’umanità. Bene ha fatto l’Europa ad assumere una posizione forte a questo riguardo e, di conseguenza, a chiedere all’Italia impegni precisi in tale senso».
MESSAGGIO DEL RETTORE POLLICE: CINGOLANI GRANDE INNOVATORE - «Desidero manifestare, anche a nome dell’intera comunità accademica, il vivo compiacimento per la nomina del professor Roberto Cingolani alla guida del nuovo importante Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (Transizione ecologica). La creazione di tale dicastero appare effettivamente cruciale per il futuro del Paese che è chiamato a rivedere il proprio modello di sviluppo realizzando un’innovazione epocale che la porti a essere un esempio di sostenibilità in Europa e nel mondo». Lo afferma il rettore dell’Università del Salento, Fabio Pollice.
«Il nostro apprezzamento - precisa - non nasce soltanto da una scelta che risulta profondamente coerente con l’obiettivo di attuare una 'innovazione epocale', giacché Roberto Cingolani è prima di ogni altra cosa un grande innovatore, ma anche dalla profonda conoscenza che abbiamo dello scienziato e delle sue notevoli qualità manageriali, potendo vantare di averlo avuto a lungo nella nostra comunità accademica». «Questi, infatti - ricorda il rettore - dopo un ricco percorso di specializzazione scientifica nazionale e internazionale, dal 2000 ha ottenuto la cattedra di Fisica sperimentale nel nostro Ateneo, allora Università degli Studi di Lecce, dove dopo appena un anno ha fondato e diretto il National Nanotechnology Laboratory (NNL) dell’INFM, determinando una delle principali specializzazioni della nostra Università. Nel 2005, poi, ha fondato l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova - con una sede anche a Lecce - di cui è stato Direttore scientifico fino al passaggio nel 2019 al gruppo 'Leonardo' (ex Finmeccanica) per guidarne la tecnologia e innovazione. È su queste basi che abbiamo creato quest’anno il Salento Biomedical District e ci accingiamo a sviluppare con il corso MedTec un polo di ricerca sul «benessere sostenibile».