Ci sono luoghi della memoria che sopravvivono al cambiamento epocale, il fattore che più della tecnologia, mette la parola fine a qualcosa che non risponde più a criteri di sostenibilità imposti dal cambiamento stesso. Ma molti di questi luoghi riescono a sopravvivere attraverso quella memoria che viene cristallizzata e custodita nelle testimonianze, nelle immagini e negli oggetti di qualcosa che non c’è più. Non è il caso dei cinema di provincia, cui le ruspe, spesso cancellano completamente ogni traccia. Accadrà così per il Santalucia, lo storico cinema di Lecce, testimone della più bella stagione del grande schermo.
La memoria più preziosa è ovviamente quella antecedente al restyling che nei primi anni 2000 fece vivere una seconda giovinezza alla storica struttura di via San Lazzaro. Dal 1950, e per quei decenni che seguirono e accompagnarono l’epopea del grande cinema italiano, il Santalucia fu uno dei principali luoghi di svago e di cultura della città. Era come qualcosa di caro per i leccesi. Complice silenzioso degli adolescenti che lì pregustavano di poter consumare quel pacchetto di sigarette, per loro trasgressivo, ma allora consentito nei luoghi pubblici. Con le sue sedie di legno che cigolavano e a volte disturbavano la programmazione. Con il ragazzo che, munito di cestello, stazionava nel corridoio a vendere pacchetti di patatine. Con la pellicola che qualche volta si spezzava e bisognava aspettare che il programmatore la riattaccasse. Con la proiezione della domenica mattina per i bambini e con quella del giovedì o del venerdì, per capirci, quelle preferite dai veri intenditori del grande schermo che per apprezzare veramente il cinema, evitavano la folla domenicale. Per non parlare di quella sensazione inebriante, prodroma dell’arrivo dell’estate, che solo l’arena del Santalucia sapeva offrire. Fotogrammi purtroppo non più esistenti in immagini o in reperti d’epoca, ma solo nella memoria dei più anziani. Non si tratta di rimpiangere o voler mantenere in vita qualcosa che non è più in linea con i tempi. Ma è un peccato non aver conservato queste memorie che avrebbero eternato questo luogo così caro ai leccesi, magari attraverso una piccola struttura museale anche a pertinenza del nascente albergo, che ne avrebbe anche tratto maggiore lustro. Invece, per il Santalucia, così come per il più famoso “Nuovo cinema Paradiso”, che però è rimasto eternato in un film, le ruspe avranno un esito tombale.