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Lecce, tutto pronto per il rientro in aula ma non sarà «normalità»

 
Emanuela Tommasi

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Emanuela Tommasi

Lecce, si prepara il rientro in aula ma non sarà «normalità»

I dirigenti, i docenti e il personale stanno lavorando per cercare di ridurre al minimo i rischi di contagio da Coronavirus. Al liceo classico «Palmieri» e agli scientifici«De Giorgi» e «Banzi» sarà necessario fare ricorso alla didattica integrata

Sabato 05 Settembre 2020, 10:30

Si torna a scuola, ma la normalità resta ancora lontana. Riprendere le lezioni in presenza, il prossimo 24 settembre, non significherà ritrovare in classe la situazione antecedente il 6 marzo scorso. I dirigenti scolastici, i docenti ed il personale non docente in questi giorni stanno lavorando per cercare gli strumenti in grado di assicurare la massima sicurezza dai rischi di contagio dal Coronavirus. Uno sforzo titanico per organizzare una didattica completamente stravolta dall’emergenza sanitaria.
Intanto, c’è da dire che in alcuni istituti sarà necessario ricorrere alla didattica integrata, cioè non solo in presenza ma anche a distanza. Si tratta dei licei classico «Palmieri» e scientifici «De Giorgi» e «Banzi», che hanno il maggior numero di classi. Il «Palmieri» è composto da 56 classi, il «De Giorgi» da altrettante, il «Banzi» ne ha addirittura 75. Tutte le classi superano i 20 alunni, per cui è praticamente impossibile riuscire a disporre i banchi mantenendo la distanza di un metro. Ecco perchè si rende necessario prevedere in aula la metà della classe che si alternerà con l’altra metà che seguirà le lezioni on line.
In queste ore il personale scolastico sta provvedendo ad adeguare spazi e arredi alla normativa. «Stiamo allestendo le aule in maniera corretta, con i banchi dei quali disponiamo, in attesa che arrivino quelli idonei - fa sapere la dirigente del “Palmieri”, Loredana Di Cuonzo - Il numero di classi e di studenti per classi, però, rende necessario, a noi come a qualche altro istituto, il ricorso alla didattica integrata».

In pratica, le classi saranno divise in due gruppi che si alterneranno, senza la possibilità di interagire. «I gruppi devono rimanere rigidi proprio per motivi di sicurezza - spiega la dirigente - Nell’eventualità di contagio, che speriamo non accada mai, deve essere garantita la tracciabilità delle persone».

I docenti sono preoccupati a garantire la sicurezza di tutti gli utenti della scuola. Per questo, stanno provvedendo alla stesura dei documenti gestionali, del regolamento, del patto di corresponsabilità. «Ciascuno di noi, parlo dei docenti, degli studenti, del personale non docente - dice la dirigente - ha la responsabilità di essere particolarmente attento alla tutela della propria salute. Diversamente significherebbe mettere a rischio la salute pubblica. Ciascuno di noi ha il dovere di stare particolarmente attento ai propri comportamenti per non mettere in pericolo l’incolumità degli altri. E i dirigenti hanno il dovere di garantire innanzitutto questo aspetto».

Tutto cambierà, dunque, con accorgimenti tesi a ridurre al minimo, se non azzerare, i rischi di contagio. A partire dall’uso della mascherina. «Bisogna ripensare la didattica - dice Loredana Di Cuonzo - Io proibirò l’uso della carta; non faremo più fotocopie; non ci saranno più i vocabolari in prestito né uso promiscuo di libri, quaderni ed altri strumenti. Anche sulle verifiche ho le mie riserve, cercherò forme alternative con i docenti. Bisognerà trovare un modo diverso per i compiti di italiano per verificare le competenze, per esempio». Proprio per riflettere sulle modalità didattiche diverse, la dirigente Di Cuonzo ha pensato alla costituzione di Dipartimenti di docenti.

Certamente, resta ancora molto da definire, da qui al prossimo 24 settembre.

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