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Racale, il giallo del piccolo Mauro: rispunta la pista che porta all'estero

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Racale, caccia ai complici del rapitore di Mauro

Un prete sentito dal Pm. La confidenza: «Il bimbo è vivo, non è in Italia ed ora è ricco»

Mercoledì 19 Agosto 2020, 09:38

Racale - Si continua a battere la pista estera nell’ambito delle indagini sulla scomparsa di Mauro Romano, il bimbo di 6 anni di cui non si hanno più notizie dal lontano 21 giugno del 1977.

Anche durante questi mesi, il pm Stefania Mininni ed i carabinieri del Nucleo Investigativo hanno continuato a lavorare incessantemente, incrociando deposizioni e testimonianze.

Secondo i bene informati, a breve dovrebbero essere sentiti il fratello e la sorella di Mauro.

Le loro dichiarazioni saranno raffrontate con le ultime deposizioni acquisite, che avrebbero aggiunto ulteriori elementi di novità per le indagini.

A metà luglio, infatti, la Procura ha convocato i genitori, Bianca Colaianni e Natale Romano: un ascolto particolarmente lungo, avvenuto nel più stretto riserbo. I coniugi avrebbero riferito agli inquirenti ulteriori dettagli relativi alla pista estera: non si conoscono i dettagli, ma avrebbero fatto riferimento ad un paese straniero di lingua araba.

Al riguardo è stato sentito poi anche il parroco di Racale, che avrebbe riferito di alcune «confidenze» da parte di cittadini, sempre in merito alla circostanza che Mauro sarebbe stato portato in un paese straniero.

Al vaglio della magistratura anche un’altra testimonianza, giudicata meritevole di approfondimenti.

Si tratta delle dichiarazioni di una signora 40enne, che avrebbe riferito di una frase pronunciata anni addietro da un suo conoscente: un uomo già identificato dalle forze dell’ordine nell’ambito delle indagini. In un’occasione conviviale, questa persona avrebbe detto: «Mauro è vivo, si trova all’estero ed è diventato ricco».

Al momento la Procura ha identificato due persone, entrambe di Taviano. Uno è il presunto rapitore del bambino: e cioè colui che quel pomeriggio lo avrebbe fatto salire sul suo Ape per poi portarlo via. Si tratta, secondo quanto trapela, di una persona molto vicina alla famiglia Romano e che nel corso degli anni ha sempre frequentato la loro casa, anche dopo il rapimento. E infatti mauro, salendo a bordo del mezzo, lo avrebbe chiamato confidenzialmente zio. Questo è quanto emerso dagli innumerevoli ascolti che gli investigatori hanno fatto in questi mesi. La novità degli ultimi giorni è che ora è stata identificata anche una seconda persona. Stavolta si tratterebbe di colui che ha nascosto il bambino la notte successiva al rapimento. Mauro sarebbe rimasto nascosto in un luogo isolato, non lontano da Castelforte.

Prova ne sia che i cani molecolari, nel corso delle ricerche, trovarono vicino ad un trullo un pezzo di ovatta intriso di una sostanza narcotizzante. Ma di quel reperto ora purtroppo non c’è più traccia. Dunque, per gli investigatori Mauro non sarebbe stato ucciso, così come ipotizzato nel corso di questi anni, bensì venduto ad una famiglia facoltosa. E non è un caso che la scomparsa del bambino sia avvenuta proprio nel giorno in cui i genitori erano partiti per partecipare ad un funerale. 

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