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Lecce: economia, nuove imprese nei mesi del lockdown

 
ALBERTO NUTRICATI

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ALBERTO NUTRICATI

edilizia cantieri

Dal 29 febbraio al 30 giugno aumentate di 415 unità le aziende attive

Venerdì 17 Luglio 2020, 11:24

Lecce - Le aperture di nuove aziende continuano a superare le chiusure. Anche a giugno si sono registrate più iscrizioni, che cancellazioni, al Registro imprese. Nonostante la pandemia, ancora in corso a livello globale, il saldo della nati-mortalità delle attività economiche si conferma positivo in provincia di Lecce. È quanto emerge da un’analisi condotta dall’Osservatorio Economico di Aforisma school of management, socio Asfor (Associazione italiana per la formazione manageriale).

Lo studio prende in esame tutte le imprese attive, cioè quelle iscritte in Camera di Commercio, che esercitano l’attività e non risultano avere procedure concorsuali in atto. Si tratta, quindi, di un sottoinsieme dello stock totale delle imprese registrate in Camera di Commercio.

Nell’ultimo quadrimestre, dal 29 febbraio al 30 giugno scorsi, cioè dal lockdown in poi, le imprese attive sono aumentate di 415 unità, pari allo 0,6 per cento: da 63.943 a 64.358. In crescita il settore delle costruzioni da 9.310 a 9.495, con un saldo di 185 nuove imprese; l’agricoltura passa da 8.966 a 9.028, con un saldo di 62 aziende in più; l’attività dei servizi di alloggio e ristorazione cresce di 31 unità (da 5.464 a 5.495); le attività professionali, scientifiche e tecniche di 52 unità (da 1.629 a 1.681). Nonostante il coronavirus, non cedono le attività manifatturiere: +7 unità (da 5.473 a 5.480); le attività immobiliari +22 unità (da 1.082 a 1.104); i servizi di informazione e comunicazione +18 unità (da 1.051 a 1.069). Invariata la sanità e l’assistenza sociale con 670 aziende private.

In calo, invece, il commercio che conta 378 aziende in meno (da 21.171 a 21.123).

«Si profilano – spiega Davide Stasi, responsabile dell’Osservatorio Economico – due scenari: uno di lungo periodo, se il virus dovesse tornare con maggiore forza in autunno, imponendo un nuovo lockdown, con effetti prolungati e ancora più gravi; e uno scenario di breve periodo, alternativo e più probabile, con conseguenze sui ricavi e sui margini aziendali solo per l’anno in corso, con una crescente ripresa dal 2021. È probabile che i vari bonus, assieme ai contributi e ai finanziamenti a fondo perduto abbiano tamponato la temuta emorragia di imprese. Chiudere definitivamente una partita Iva imprese – spiega ancora Stasi – avrebbe significato perdere il diritto alle diverse forme di sussidio, rivolte in favore di ditte individuali, lavoratori autonomi, liberi professionisti, società di persone e di capitali, cooperative e consorzi. Se il coronavirus non ha ridotto il numero delle imprese, non si può dire lo stesso per i ricavi e i fatturati complessivi, ad eccezione di alcuni settori».

In Puglia, ad oggi, si contano ben 327.133 attività economiche, tra ditte individuali, società di persone o di capitali, cooperative, consorzi ed altre forme giuridiche di impresa. In dettaglio, 125.191 hanno sede legale in provincia di Bari e Barletta-Andria-Trani; 31.667 in provincia di Brindisi; 63.855 in provincia di Foggia; 64.358 in provincia di Lecce e 42.062 in provincia di Taranto.
Nell’ultimo trimestre (aprile-giugno), sono nate 1303 nuove ditte individuali (tasso di crescita dello 0,56 per cento), 606 nuove società di capitali (tasso di crescita 0,63 per cento), e vi è stato un calo delle società di persone di 60 unità. Le imprese artigiane hanno fatto segnare un dato positivo: +562.

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