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Cassintegrati Covid, a Lecce e provincia sono 58mila

 
Maria Schiraldi

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Maria Schiraldi

Cassintegrati Covid, a Lecce e provincia sono 58mila

Cassa ordinaria per 19mila 742 a Lecce, e 11mila 592 a Casarano

Venerdì 05 Giugno 2020, 11:07

LECCE - Il Covid-19 ha prodotto altre vittime, questa volta economiche. Le aziende salentine stanno infatti pagando un grande prezzo all’emergenza sanitaria che ha congelato, per un bel pezzo, la produzione locale. Per dare un’idea, l’Inps ha già provveduto a pagare di tasca propria 21mila lavoratori, in tutta la provincia, che avevano richiesto la cassa in deroga per coronavirus. Entro la terza settimana di giugno, l’istituto provvederà a versare le somme spettanti ad altri 7mila dipendenti, chiudendo tutte le pratiche per un totale di 28mila lavoratori che hanno potuto aggrapparsi al salvagente degli ammortizzatori sociali.
Le due sedi di Lecce e Casarano si sono date un gran dar fare per chiudere, già il 2 giugno, circa il 95 percento delle domande.
Si tratta di numeri importanti che, da soli, narrano i risvolti di una congiuntura economica decisamente drammatica per imprese e dipendenti, tamponata grazie al salvagente degli ammortizzatori sociali. La cassa ordinaria è stata erogata completamente dall’Inps e i lavoratori che l’hanno ricevuta, nella zona di Lecce, sono 19mila 742 mentre a Casarano sono pari a 11mila 592. Sono state versate anche la maggior parte delle somme del Fis (il Fondo di integrazione salariale) destinato sinora a 9mila 630 lavoratori nell’area del capoluogo e 4mila 394 nella zona di Casarano.

Per quanto riguarda la cassa in deroga, sinora i pagamenti complessivi sono pari a 21mila: 14mila 802 nell’area di Lecce e 6mila 132 nella zona di Casarano.

L’Inps, come si diceva, ha provveduto a versare le somme direttamente sui conti correnti dei lavoratori che, nel Salento, hanno scelto la formula del pagamento diretto. I primi bonifici sono partiti subito, appena la Regione ha rilasciato le determine. «In Puglia non abbiamo dovuto fare i conti con i ritardi, come accaduto altrove - ha spiegato Marcello Amodio, presidente della sede di Lecce - Le domande di cassa integrazione dovevano essere tutte esaminate preliminarmente dalla Regione Puglia: una volta confluite in un grande data base centrale dell’Inps, potevano essere destinate alle sedi provinciali. Questa è stata la procedura che abbiamo seguito finché non è stata modificata dal decreto rilancio che ha eliminato il passaggio intermedio delle Regioni».

Per lavorare le pratiche e disporre i pagamenti diretti, i vertici dell’Inps di Lecce rivendicano un impegno non indifferente eppure sottovalutato dall’opinione pubblica. «Ci dispiace che non si percepisca dall’esterno l’impegno che tutto il personale dell’Inps ha profuso in questi mesi», ha commentato la coordinatrice delle prestazioni sulle pensioni, Vincenza Pasqua.
«Molti cittadini sono prevenuti nei confronti della pubblica amministrazione - ha aggiunto Amodio - e a questo, purtroppo, si aggiunge la cultura dominante in Italia basata sul sentito dire. Noi ce la stiamo mettendo tutta ma in effetti lavoriamo sempre così: siamo abituati».

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