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Coronavirus: nella rsa di Soleto c’è una nuova accusa

 
Redazione Lecce

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Rsa di Soleto, c’è una nuova accusa

Il pubblico ministero valuta l’ipotesi di morte come conseguenza di altro reato

Giovedì 28 Maggio 2020, 11:58

11:59

SOLETO - C’è una nuova ipotesi di reato nell’ambito dell’inchiesta sull’infezione di Coronavirus all’interno della Rsa «La Fontanella» di Soleto.

Il sostituto procuratore Alberto Santacatterina ha ipotizzato anche l’accusa di morte come conseguenza di altro reato, che si aggiunge a quelle di abbandono di persona incapace ed epidemia colposa.

Una scelta, quella della Procura, dettata dalla presentazione di un esposto in cui si denunciava il decesso di un ospite della struttura per gravi inadempienze.

Al momento sul registro degli indagati compaiono i nomi di Federica Cantore, 37enne di Galatina, direttrice della struttura; di don Vittorio Matteo, 82 anni, di Soleto, amministratore unico della Rsa; e di Catello Mangione, anche lui di Soleto, medico, responsabile sanitario.

Al momento la struttura è ancora aperta, nonostante nei giorni scorsi la Regione Puglia abbia disposto l’avvio dell’iter per la revoca della concessione. Probabilmente si sta attendendo di trovare una sistemazione adeguata per i 16 anziani ospiti rimasti nella Rsa, risultati tutti negativi ai test per il Coronavirus.

Nella determina regionale, composta da 15 pagine, sono stati pubblicati ampi stralci delle relazioni depositate dai medici della Asl intervenuti in seguito al commissariamento della struttura.
In particolare, appaiono sconcertanti le affermazioni del dottor Silverio Marchello, che ha descritto una situazione di estremo degrado.

Pazienti non autosufficienti abbandonati a se stessi, sporchi dei loro stessi escrementi, residui di cibo ammuffito lasciato nei piatti, lenzuola sporche. In questo quadro drammatico, si fa riferimento anche alle gravi condizioni in cui si trovavano i pazienti con patologie psichiatriche.
Dal canto loro, gli indagati si sono sempre difesi, sostenendo di essersi sempre comportati correttamente nel rispetto di tutti i protocolli.

Al momento, a fronte dei 91 ospiti della struttura, si contano 21 deceduti per Coronavirus.
I familiari dei pazienti, nei diversi esposti presentati in Procura, sostengono che non sarebbero state prese le dovute precauzioni per evitare il propagarsi del contagio.

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