LECCE - Un incendio di probabile natura dolosa è divampato l’altra sera in via Francesco Crispi, nel centro storico di Copertino, ai danni di un locale confinante con il fossato del castello (adibito a deposito di vecchi mobili, attrezzi da lavoro e altre cianfrusaglie) di proprietà di tre anziani fratelli del luogo. Per fortuna non si registrano feriti.
Sul posto, allertati da alcuni residenti della zona, sono intervenuti con due autobotti i Vigili del fuoco del distaccamento di Veglie e di Gallipoli. Contestualmente anche i Carabinieri della locale Tenenza al comando del tenente Salvatore Giannuzzi ed i colleghi della Compagnia di Gallipoli hanno avviato le indagini per risalire all’origine del rogo. I sospetti si fanno strada tra le baby gang che di sera si aggirano nel centro storico, spesso schernendo e insultando le persone anziane del paese. E pare che anche i tre fratelli proprietari dello stabile andato in fiamme, nelle scorse settimane, sarebbero stati presi mira da alcuni bulli del luogo. Non è escluso, quindi, che l’altra sera, approfittando della loro assenza, i balordi possano essersi fatti vivi, dando fuoco a delle cartacce dinanzi all’uscio dell’edificio, generando fiamme sfuggite poi al controllo.
L’incendio, sviluppatosi intorno alle 22.30, avrebbe avuto origine dalla porta di legno di accesso al locale. Sicché le fiamme, alimentate dal forte vento, si sono estese all’interno dei locali divorando tutto quanto era nella casa che, all’origine, era una residenza secondaria degli stessi proprietari e contigua alla dimora principale dove tutt’ora risiedono. Le fiamme hanno incenerito materiali e attrezzi di ogni genere tra cui vecchi arredi di legno, contenitori di plastica, ferraglia varia, elettrodomestici in disuso, attrezzi agricoli, batterie di auto esauste e molto altro. A lanciare l’allarme sono stati alcuni vicini che hanno subito chiamato il numero di emergenza (115) dei Vigili del fuoco. Poco dopo, sul posto sono giunte due autobotti e le squadre di ponpieri che hanno dovuto lavorare diverse ore prima di spegnere l’ultimo focolaio.
Fortunatamente i danni sono circoscritti all’abitazione-deposito dichiarata ormai inagibile, e non hanno intaccato i vani confinanti dell’abitazione principale disposta su due piani e da un garage che il padre dei 3 fratelli, rinomato mastro bottaio scomparso diversi anni fa, aveva adibito a laboratorio artigianale, ora trasformato anch’esso in un deposito di masserizie.